Coronavirus

I ragazzi e la vittoria del (nuovo) primo bacio

Pierpaolo Sileri, indossate le vesti di ministro della Saggezza, pur non avendo abbandonato quelle, istituzionali, di viceministro della Salute, si è spinto a dire ciò che il buon senso suggerisce

I ragazzi e la vittoria del (nuovo) primo bacio

Pierpaolo Sileri, indossate le vesti di ministro della Saggezza, pur non avendo abbandonato quelle, istituzionali, di viceministro della Salute, si è spinto a dire ciò che il buon senso suggerisce: se quest'estate i diciottenni vorranno baciarsi sulla spiaggia, che lo facciano, purché siano prudenti, ovvero, se dovessero avvertire qualche sintomo, o qualche linea di febbre, dovranno avvertire subito il dottore e, soprattutto, stare lontano da genitori e nonni, che sono a rischio. L'amore estivo, di solito, non è oggetto di linee guida, né è tema di dibattito governativo, eppure questi mesi di pandemia ci hanno abituato a tutto, a dover ricevere direttive su qualsiasi dettaglio della vita quotidiana, a ripensare anche le abitudini più consolidate, a pulire le maniglie e poi lavarci le mani con cui abbiamo pulito e poi ripulire il rubinetto che si è toccato e poi rilavarci le mani con cui abbiamo strofinato il rubinetto, tutte operazioni che dovrebbero saltare all'occhio come maniacalmente prive di logica (e di una fine), eppure incontestabilmente indispensabili quanto l'alcol (che è diventato il nostro santo protettore), e che andrebbero risottoscritte istantaneamente, se fosse malauguratamente il caso. Ma il fatto è che, in virtù di tutto ciò, e della clausura, e dell'ormai comune «distanziamento sociale», le cose normali ci sembrano straordinarie. Anche baciarci. Anche che due diciottenni flirtino in riva al mare, o ai tavolini del bar della spiaggia. Che poi, viceministro Sileri, ci permettiamo di dubitare che due diciottenni del 2020 si limitino a baciarsi, ma lei è un uomo di un'altra generazione, come chi scrive, quindi diciamo pure baciarsi. Ieri, intervistato ad Agorà, Sileri si è ineditamente abbandonato alla normalità perduta: «Mi volete far dire cose per le quali rischio le dimissioni...» (ma suvvia, si potrebbe dire, e invece ci starebbero, le dimissioni per avere detto una cosa sensata, avrebbero una loro coerenza con la surrealtà dell'Italia, ma questo è un altro discorso), e queste cose sono: «Ma come possiamo impedire alle persone di vivere? Ti vuoi baciare a 18 anni? Va benissimo, non c'è problema, però attenzione...». Non si può accusare Sileri di sottovalutare il Coronavirus: è medico chirurgo, era a bordo dell'aereo che ha riportato a casa gli italiani da Wuhan, è stato contagiato lui stesso, ha temuto di lasciare da soli moglie e figlio piccolo, è guarito. Certo, è ottimista quando raccomanda che «ci si può divertire, con un po' più di distanze», e che servono «autogestione e consapevolezza», delle quali non è che i ragazzi e le ragazze, specialmente innamorati, in genere siano proprio dotatissimi, ma forse ha pensato all'ovvio: più una cosa è proibita, più la si desidera. Chi si è mai tirato indietro da un bacio, perché era vietato? Quanti romanzi e poesie non esisterebbero, se non proprio per quei baci inseguiti, cercati, sfuggiti e, finalmente catturati? Un ostacolo è come benzina sul fuoco. «La passione presta loro il potere, il tempo, i mezzi», anche se Romeo e Giulietta non sono finiti benissimo, ma del resto l'estate non è tempo per amori immortali.

Per i baci sì, ora anche con il sigillo ministeriale, un placet leggero, come l'aria delle vacanze, come certi amori estivi.

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