Roma Il caso sta diventando politico. Non sono solo le inchieste delle procure a terremotare il Movimento Cinque Stelle. C'è una fronda, che come un virus si sta diffondendo in tutta Italia. E i ribelli stanno preparando una proposta di legge elettorale proporzionale da presentare in Senato. Il cuore della protesta è Napoli, dove prima delle ultime comunali erano stati espulsi 36 attivisti, 23 dei quali reintegrati da un'ordinanza del Tribunale partenopeo. Le espulsioni sono considerate illegittime perché decise con una mail da parte dello staff di Grillo, e non da un'assemblea degli iscritti. La richiesta dei frondisti è chiara: un congresso del Movimento Cinque Stelle. Come confermano da Napoli: «Se Grillo non accetterà, autoconvocheremo l'assemblea entro Aprile-Maggio».
Non solo il Sud, ma c'è il Veneto, dove i ribelli hanno fatto partire una raccolta firme, per far rimuovere cinque consiglieri regionali, accusati di aver gestito con poca trasparenza i soldi derivanti dalle restituzioni dei loro stipendi. Ci sono sacche di resistenza in Piemonte e a Bologna, altra città infestata da un caso di firme false. E ora, la partita è sulla legge elettorale. Ai frondisti «non vanno bene le piroette di Di Maio che propone un Italicum corretto». L'azione da mettere in campo sarebbe la presentazione di una bozza basata su un proporzionale alla spagnola.
Con collegi intermedi, sbarramento e preferenze negative. Che poi è la legge elettorale votata sul Blog di Beppe Grillo nel 2014. C'erano state ben otto votazioni, alle quali avevano partecipato oltre 220mila attivisti.Domenico Di Sanzo
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