I russi lasciano Zaporizhzhia e Kiev chiede i supermissili

I russi lasciano Zaporizhzhia e Kiev chiede i supermissili

Atacms, acronimo di Army Tactical Missile System, è il nuovo spauracchio della guerra in Ucraina. È la siglia dei missili tattici prodotti dal colosso statunitense della difesa Lockheed Martin, vettori che hanno una gittata di 300 chilometri e che sono al primo posto nella nuova lista della spesa di un Zelensky che bussa con insistenza al supermarket di Biden. Sulla porta, almeno per ora, c'è scritto «chiuso». La notizia comunque destabilizza il Cremlino: se Kiev ottenesse quei missili, grandi città russe potrebbero essere colpite e questo significherebbe un diretto coinvolgimento degli Stati Uniti in un confronto militare con Mosca. Ne è convinto l'ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov, che parla di «irreversibile escalation», e lo ribadisce la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova che ritiene l'utilizzo degli Atacms «il superamento di una linea rossa. Gli americani diventerebbero parte del conflitto e la Russia a quel punto avrebbe il diritto di difendere il proprio territorio». Il titolare del dicastero degli Esteri, Sergej Lavrov, sospetta che gli Usa siano interessati «a prolungare il più possibile il conflitto in Ucraina, perché vogliono essere coinvolti direttamente nelle ostilità». In attesa delle mosse sull'asse Washington-Kiev, la Germania ha deciso di trasferire in Ucraina due sistemi di razzi a lancio multiplo Mars II, 200 missili e una cinquantina di veicoli corazzati. «Dopo mesi, finalmente c'è speranza in Ucraina che questa guerra possa chiudersi con successo - ha dichiarato il vicecancelliere Robert Habeck - e noi continueremo a fare la nostra parte».

Sul campo di battaglia, nel 204° giorno di combattimenti, la Russia sta cercando di evitare nel Lugansk gli errori commessi a Kharkiv. Le truppe di Mosca si adoperano nel rafforzare la difesa nell'area del fronte tra Svatove, Troitske e Kreminna. Si stanno ammassando, scavano trincee e allestiscono strutture difensive. Per il governatore Sergiy Gaidai gli invasori sarebbero in difficoltà: «stanno persino reclutando elementi dalle carceri», rivela. Nel Donetsk si segnalano pesanti bombardamenti sulle città di Bakhmut e Avdiyivka, dove ci sono dei civili sotto le macerie. Preso di mira anche un ospedale di Toretsk, ma in questo caso, almeno secondo l'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, l'attacco sarebbe di matrice ucraina. A Kupyansk (Kharkiv) le guardie di frontiera hanno liberato cinque adolescenti, tra i 15 e i 17 anni, tenuti prigionieri dai russi in uno scantinato e interrogati per una settimana. A Slobozhansk (Dnipro) gli invasori sono stati messi in fuga.

Nel Sud, attraverso un tweet del dipartimento per le comunicazioni strategiche, è emerso che le truppe di Kiev hanno annientato la notte scorsa i soldati della base nemica a Nova Kakhovka, nella regione di Kherson. Durante il blitz sarebbero anche state distrutte armi e attrezzature logistiche.

Gli invasori hanno ritirato truppe ed equipaggiamenti da molti villaggi e città vicine alla linea di contatto nella regione di Zaporizhzhia. Tra l'altro il consiglio dei governatori dell'Aiea ha approvato in serata una risoluzione che chiede alla Russia di lasciare la centrale. Nella vicina Dniprorudne sono rimasti solo gli uomini della polizia che collaborano con Mosca.

Soldati ed equipaggiamento vengono trasferiti in queste ore a Vasylivka, nell'Ucraina sud-orientale. Le truppe russe hanno invece respinto un attacco a Kinburn Spit sul Mar Nero. Il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha affermato che gli ucraini hanno bombardato il villaggio di Nekhotiyivka.

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