I servizi segreti di Giuseppe: riforma gli 007 di nascosto

Norma inserita in sordina nel dl sullo stato d'emergenza. Così potrà modulare a piacimento la durata dei mandati

I servizi segreti di Giuseppe: riforma gli 007 di nascosto

Una riforma passata in sordina e nascosta nelle pieghe del decreto che allunga lo stato d'emergenza fino al 15 ottobre. Una norma che consente al presidente del Consiglio di prorogare «con successivi provvedimenti per la durata massima di ulteriori quattro anni» i vertici degli 007 tricolori.

È una giornata di polemiche roventi per il governo per un codicillo, scovato dal Corriere della Sera, che rende più flessibili le proroghe dei massimi dirigenti della nostra intelligence. In sostanza dopo i primi quattro anni di incarico il rinnovo potrà avvenire non più per altri quattro anni (tutti in una sola volta), ma in più volte, sempre con il limite massimo di quattro. Quindi con la nuova norma inserita nel decreto legge del 30 luglio - che dovrà dunque essere convertita dal Parlamento entro 60 giorni - si offre a Giuseppe Conte e ai suoi successori la possibilità di modulare diversamente la durata dell'incarico dei vertici dei servizi.

La modifica, come spiega Maria Antonietta Calabrò sull'Huffington Post è stata pensata per il prefetto Mario Parente direttore dell'Aisi (il servizio segreto interno), nominato il 29 aprile del 2016 ai tempi del governo Renzi. Parente aveva avuto un primo mandato di due anni e poi un secondo sempre biennale, scaduto in piena pandemia, rinnovato con proroga tecnica il 15 giugno grazie a un Dpcm per un anno, e per la cui posizione o si sarebbe dovuto procedere a una sostituzione o a un rinnovo di 4 anni. Con la nuova norma potrà essere adesso confermato anche solo per un anno. Al di là del merito sono state però le modalità adottate a fare andare su tutte le furie l'opposizione e a far scattare perplessità anche dentro la maggioranza. Perché non comunicare preventivamente al Copasir la modifica? Perché tenere all'oscuro l'opinione pubblica, considerato che certo il premier non ha lesinato comunicazioni in questa fase storica?

Palazzo Chigi ha sottolineato che non è previsto «nessun aumento della durata massima in carica dei vertici dell'intelligence (4 anni per il primo incarico più un massimo di 4 anni successivi) ma solo la possibilità di più rinnovi, anziché uno solo». Ma dichiarazioni polemiche arrivano anche da esponenti di Italia Viva e Azione. «Evidente problema di garanzie democratiche, strumentalizzata l'emergenza covid» scrive Michele Anzaldi di Italia Viva. Perplessità più mirate vengono espresse da Matteo Richetti, senatore di Azione, e Vincenzo Camporini, membro del comitato promotore del movimento. «Nella riforma dei termini di proroga, inserita di nascosto nel decreto, ci sono vari aspetti gravi. Il primo è la totale opacità con cui è avvenuto: l'utilizzo della decretazione d'urgenza, la mancata comunicazione al Copasir, la disomogeneità col tema, l'assenza di riferimenti nell'intervento di Conte in Aula o nel comunicato stampa, e la comunicazione del tutto parziale al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica; punti questi su cui il presidente del Consiglio dovrà chiarire».

«Il secondo aspetto forse ancor più rilevante è la motivazione della proroga perché se l'unica causa fosse quella di confermare i vertici attuali, anche di chi, avendo già ottenuto l'unica proroga consentita avrebbe dovuto lasciare l'incarico, saremmo di fronte a una vera e propria norma ad personam targata Movimento 5 Stelle. Come passa il tempo» conclude la nota.

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