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I sindacati all'attacco: Tagliare ora è un'offesa

Tensione sui licenziamenti. Il Tesoro stringe sulla riforma degli ammortizzatori sociali

I sindacati all'attacco: Tagliare ora è un'offesa

«Sul blocco dei licenziamenti c'è dissenso, bisogna «riaprire il confronto con il governo». Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ospite di Mezz'ora in più, ieri ha ribadito la propria ferma convinzione circa la necessità di «mantenere il limite fino al 31 ottobre per tutti e in questi mesi riformiamo gli ammortizzatori sociali, così nessuno è lasciato solo». Secondo Landini, eliminare il blocco dei licenziamenti non appena si vede un po' di ripresa «è uno schiaffo al mondo del lavoro». Anche il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, ha chiesto al governo «di ritornare sui propri passi». Il sindacato ritiene che una proroga sia ineludibile «per avere il tempo di fare il negoziato e raggiungere l'accordo complessivo, che comprende anche la riforma della Naspi, allungandone la durata ed eliminando il décalage dell'importo dal quarto mese in poi».

E su questo tema sicuramente si esprimerà oggi nelle Considerazioni finali il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che già in epoca non sospetta (cioè prima dell'ultima proroga al 30 giugno) aveva sottolineato che «la protezione dei lavoratori e delle aziende sane va conciliata con l'esigenza di non impedire la fisiologica riallocazione delle risorse verso imprese e settori con più opportunità di crescita». E anche se le stime di Via Nazionale circa la possibile ulteriore perdita di 500mila posti di lavoro vengono citate proprio in questi giorni dal sindacato, è probabile che il numero uno di Palazzo Koch ponga l'accento sull'accoppiata tra investimenti del Pnrr e riforme che, insieme ai progressi delle vaccinazioni, dovrebbero consentire al Paese di recuperare più velocemente del previsto lo slancio perduto dall'economia a causa della pandemia. Una circostanza già messa nero su bianco da Confindustria un forte rimbalzo del Pil del 4% sia nel terzo che nel quarto trimestre.

Ed è proprio sul capitolo riforme che il ministro dell'Economia, Daniele Franco, sarà chiamato a lavorare di concerto con il premier Mario Draghi e con gli altri colleghi di governo. Il primo step da affrontare, ad esempio, potrebbe dare un po' di sollievo nella fase di transizione. Questa settimana, infatti, dovrebbe essere approvato il decreto Reclutamento che conterrà sia le procedure per assumere i 350 esperti chiamati ad assistere la cabina di regia del Pnrr a Palazzo Chigi sia quelle per contrattualizzare (a tempo determinato) circa 16mila addetti per recuperare l'arretrato del settore giudiziario. Ovviamente la pubblica amministrazione non può rappresentare l'unica valvola di sfogo di una disoccupazione che è destinata a raggiungere un tasso prossimo all'11 per cento.

Questa situazione rende imprescindibili tanto l'avvio rapido dei cantieri per le opere connesse al Piano nazionale di ripresa e resilienza (è in calendario la bonifica della giungla del Codice degli Appalti) quanto la realizzazione di riforme sia in campo fiscale (il ddl delega è atteso per luglio) che quello degli ammortizzatori sociali per trasformare i sussidi in bonus per la formazione e il reimpiego dei lavoratori.

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