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I sovranisti perdono colpi in Europa: Orbàn battuto a Budapest dai verdi

Passo falso del partito del premier, scosso anche da un sexy scandalo

I sovranisti perdono colpi in Europa: Orbàn battuto a Budapest dai verdi

Prima crepa nell'edificio sovranista del premier ungherese Viktor Orbán. Alle elezioni amministrative di domenica il suo partito Fidesz è stato sconfitto dall'opposizione progressista in dieci delle 23 maggior città ungheresi in lizza. Particolarmente bruciante la vittoria del candidato ecologista Gergely Karácsony a Budapest. Attorno all'aspirante sindaco verde hanno fatto blocco tutti i partiti di opposizione, a inclusione dei neofascisti di Jobbik. Così Karácsony ha ottenuto oltre il 50% dei consensi promettendo subito di riportare la capitale in Europa una chiara allusione al gelo calato sulle relazioni fra l'Ue e l'Ungheria. Da domenica sera Orbán assomiglia un po' di più al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan: se il partito del sultano non controlla più Istanbul 15 milioni di abitanti e cuore pulsante dell'economia turca quello del «Viktator» ha perso a Budapest, dove vivono quasi 2 dei 9,8 milioni di ungheresi.

Alla vittoria delle liste progressiste ha contribuito lo scandalo dello yacht: ore prima dell'apertura delle urne, il sito ungherese Index ha pubblicato un video in cui il sindaco sovranista di Gyor, Zsolt Borkai, era impegnato in un festino a luci rosse con alcune prostitute su una barca di lusso. Padre di famiglia, già medaglia d'oro di ginnastica artistica (cavallo con maniglie) alle Olimpiadi di Seul e già deputato per il partito di Orbán, Borkai impersonava meglio di altri il programma Dio-patria-e famiglia sviluppato da Fidesz. Nella sua Gyor, invece, sono apparsi volantini e manifesti con su scritto «Fondi pubblici, cocaina e prostitute». Borkai ha negato di aver usato stupefacenti ma ormai il danno era fatto e per Karácsony è stato facile dichiarare che l'ex sindaco non era un'eccezione: «Esiste un solo tipo di Fidesz ed è marcio fino al midollo».

Il video sullo yacht ricorda l'Ibizagate: a maggio 2019 un video immortala il leader dei sovranisti austriaci (Fpö) Heinz-Christian Strache mentre promette favori a una sedicente oligarca russa in cambio di bustarelle. Lo scandalo è costato alla Fpö la permanenza al governo di coalizione con i popolari e Strache ha perso la guida del partito. La sconfitta a Budapest e la figuraccia di Borkai non sembrano invece destinati a far perdere il posto a Orbán: i risultati elettorali mostrano che l'agenda nazionalista e xenofoba di Fidesz raccoglie ancora forti consensi nei distretti rurali e nelle città minori. L'economia poi corre come nessun'altra in Europa: dopo il 4,1% del 2017 e il 4,9% del 2018, il Pil ungherese dovrebbe crescere del 4,4% nel 2019 secondo le ultime stime della Commissione Ue.

Eppure l'Ungheria, forte anche di un'opposizione più compatta e spregiudicata, da ieri è un po' meno compatta nel sostegno al suo leader assoluto. Che si accingerebbe a tagliare fondi pubblici alle amministrazioni locali passate all'opposizione.

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