I tank israeliani nell'ultima area indenne. Tajani: "Ci sono anche operatori italiani"

I timori per la vita degli ostaggi e del personale internazionale. I familiari dei rapiti: "Siamo scioccati"

I tank israeliani nell'ultima area indenne. Tajani: "Ci sono anche operatori italiani"
00:00 00:00

I parenti degli ostaggi si dicono "scioccati" e "allarmati". Il nostro vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani chiede "con forza" all'esercito israeliano di fermarsi, spiegando che nella zona ci sono diversi operatori italiani e delle Nazioni Unite, tra cui un connazionale al lavoro per l'Onu, già contattato dalla Farnesina. Desta sempre più allarme l'offensiva di terra israeliana nell'area di Deir Al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, cominciata ieri, per la prima volta dall'inizio del conflitto con l'ingresso dei carri armati israeliani, 24 ore dopo l'ordine di evacuazione dell'Idf. Nella zona, Israele è convinto che ci siano la maggioranza degli ostaggi in mano a Hamas e sono inoltre di stanza gran parte delle organizzazioni internazionali che operano a Gaza, oltre che decine di migliaia di palestinesi già sfollati diverse volte. Da qui lo sdegno per l'azione dell'Idf, che ha colpito anche tre moschee e provocato i primi morti, portando ad almeno 60 le vittime di ieri, in totale oltre 59mila dal 7 ottobre, secondo fonti locali controllate da Hamas e non verificabili.

Per questa ragione tremano i parenti dei rapiti e il ministro Tajani, che si appella a Israele perché fermi gli attacchi "immediatamente" e "definitivamente" nella zone che fino a 48 ore fa era una delle poche sicure di Gaza. Emergency denuncia cliniche "costrette a funzionare a ritmo ridotto nonostante i gravi bisogni, perché il team internazionale è bloccato in casa e parte del team di gazawi è dovuto scappare con le famiglie". La Caritas conferma che la popolazione è "alla fame, c'è il rischio carestia e i bambini vengono bombardati mentre aspettano di ricevere alimenti terapeutici". Fonti mediche palestinesi, non verificabili perché sotto il controllo di Hamas, riferiscono di 19 civili morti di fame in ventiquattrore. L'Onu parla di una situazione "devastante", con tank e cecchini che sparano sulla folla in cerca aiuti.

A bilanciare i resoconti, considerati da Israele parte della propaganda di Hamas, spunta un video in cui un camion di aiuti viene preso d'assalto dai gazawi mentre i militari israeliani si tengono a distanza e dalle loro fila si sente urlare: "Non aprite il fuoco", una prova - secondo gli israeliani - che l'esercito starebbe cercando di evitare di colpire la popolazione affamata.

I colloqui per la tregua di 60 giorni, intanto, sono in stallo dopo che i negoziatori di Hamas hanno riferito di non essere riusciti a contattare i leader di Gaza. Ed emerge, nel frattempo, il contenuto di un piano del Capo di stato maggiore israeliano, Eyal Zamir, per intensificare le operazioni. Il progetto "per prendere il controllo della Striscia" sarebbe un'alternativa alla "città umanitaria" di Rafah promossa dal primo ministro Benjamin Netanyahu, a cui Zamir si oppone. Il piano verrebbe attuato se i colloqui per il rilascio degli ostaggi dovessero fallire oppure se nei due mesi di eventuale tregua non si raggiungesse un'intesa sulla fine definitiva del conflitto. Secondo il quotidiano Israel Hayom, Netanyahu avrebbe impedito a Zamir di presentare la proposta al Gabinetto di sicurezza. Eppure l'estrema destra non ha idee molto diverse. La ministra per gli Insediamenti, Orit Strock, ha chiesto di estendere le operazioni militari all'intera Striscia: "Non devono esserci zone off limits. Per vincere, dobbiamo controllare anche quelle aree", ha spiegato l'esponente di Sionismo Religioso.

Nella guerra su sette fronti, Israele

ha anche colpito obiettivi Houthi nello Yemen, incluso il porto di Hodeidah. Il ministro della Difesa Katz ha avvertito: "Il destino dello Yemen sarà lo stesso di Teheran", al centro di pensati raid nelle scorse settimane.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica