Politica

I timori di Costalli «Governo troppo radical-laicista»

La preoccupazione del leader del movimento su scuola e famiglia

Anna Maria Greco

Senigallia (An) «Del nuovo governo preoccupa la cultura radical-laicista, estranea alle radici popolari del Paese. Il tentativo egemone delle forze che sostengono questa maggioranza emerge dai temi più sensibili, come scuola, educazione, giustizia, famiglia». Non è con un benvenuto al Conte bis che il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, apre il congresso annuale a Senigallia su « I corpi intermedi e la sfida al populismo e alla tecnocrazia». Già nei titoli del programma di governo e nella scelta dei ministri in posizione-chiave come Istruzione e Famiglia, secondo lui, si preannunciano minacce per i valori cattolici.

E contro sovranismo e populismo, «scorciatoie di una certa rozzezza che non costruiscono soluzioni reali ai problemi», tuona il Cardinale Matteo Zuppi, alla sua prima uscita ufficiale dopo la recentissima nomina. I corpi intermedi, per il porporato di Bologna, «sono centrali nelle sfide di oggi, ma si devono anche assumere la piena responsabilità di questa centralità e non si possono accontentare di un piccolo spazio né essere al servizio di sovranismi e populismi: non è una soluzione: sovranismo e populismo riescono a creare un consenso immediato, ma sono i corpi intermedi che hanno la capacità di approfondire le sfide».

È il messaggio anche dell'intervento di Costalli che guida uno dei movimenti cattolici più diffusi. Proprio tra quelli cui si rivolge il partito di Silvio Berlusconi quando si propone di creare L'Altra Italia, allargandosi alla società civile. L'attenzione degli azzurri è confermata dalla presenza oggi, come relatore, dell'europarlamentare Fi Massimiliano Salini.

Per il presidente di Mcl è necessario superare «la rabbia sociale» che ha caratterizzato gli ultimi anni, mettendo gli uni contro gli altri e alimentando populismi e sovranismi. «Bisogna contrastare -dice- l'ondata dell'antipolitica, impegnandoci a far uscire la politica dalla palude in cui è sprofondata per ricostruire un tessuto sociale sano, fondato su valori condivisi, ed in cui la politica rimetta al centro del dibattito la persona umana e il perseguimento di un autentico bene comune». Aggiunge Costalli che i corpi intermedi devono impegnarsi per «ritornare con grande forza al primato della società civile in tutte le sue articolazioni e avere il coraggio di ripensare in termini attuali il corretto rapporto tra società civile e istituzioni statali a tutti i livelli».

Finora partiti, sindacati, associazioni e movimenti della società civile, avverte il cardinal Zuppi, «sono stati troppo rissosi tra loro, ma se si fa rete si reagisce a populismi e sovranismi, che fanno male alla società». Per l'arcivescovo di Bologna, la svolta deve avvenire con una prospettiva europea, perché «rafforzare l'Ue non significa piegarsi ma comprendere che all'interno di una comunità la sovranità si rafforza e non si disperde. In realtà i sovranisti sono degli indipendentisti che di non fanno bene al Paese. Attenzione però: un'Europa di sola burocrazia non può funzionare.

C'è bisogno di un indirizzo politico capace di guidare verso il bene comune».

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