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I veri fascisti? Gli anarchici: "A fuoco Lega e Forza Italia"

Un volantino anonimo a Faenza divulga le frasi choc: "Bruciamo le sedi". La risposta: «Sono loro i violenti»

I veri fascisti? Gli anarchici: "A fuoco Lega e Forza Italia"

«Uccidi il razzista che è in te» e se hai tempo, dai pure «fuoco alle sedi dei fascioleghisti». Suona così il messaggio intimidatorio ritrovato da un cittadino in una via del centro di Faenza, comune di 58mila anime in provincia di Ravenna.

La chiamata alle armi porta solo la generica rivendicazione di anarchici/e, antifascisti/e e antirazzisti/e (declinati anche al femminile). «Uccidi il razzista che è in te si legge nel volantino - Riconosci il vero nemico: Forza Nuova, CasaPound, Lega nord e Forza Italia. Sono tutte faccie (sic!, ndr) della stessa medaglia: quella razzista». Faccie delle stessa medaglia o meno, tralasciando gli errori grammaticali, gli anarchici romagnoli vedrebbero il Carroccio e gli azzurri, un pericolo per la tenuta democratica del Paese e incitano al linciaggio fisico, se non di peggio. «È ora di chiudere le sedi fasciste - scrivono - e se non con le buone, allora con il fuoco».

L'ideale che ha ispirato gli autori del messaggio somiglia ad un inno contro le frontiere. «La nostra Patria, il mondo intero», ripetono orgogliosi gli anarchici faentini. E di questa Patria ideale non fa evidentemente parte chi la pensa in maniera differente. Se sei di destra, sei fuori. Se sei moderato, sei fuori. Se sei federalista, sei fuori. E se desideri pure bloccare l'immigrazione incontrollata, allora vai punito «col fuoco». In un periodo in cui la sinistra tutta si è indignata per il manifesto di Forza Nuova contro gli stupri degli stranieri, fa sorridere che a rivendicare verginità antifascista sia chi poi intende trasformare gli oppositori politici in torce umane. Perché chiedere la chiusura delle frontiere è razzista, becero, populista e tutto il resto. Ma bruciare un avversario no: quello è legittimo.

«Non basterà un foglio di carta ad impaurirci», fa sapere Andrea Liverani, il consigliere regionale della Lega nord che nei giorni scorsi ha denunciato il ritrovamento del foglio intimidatorio. «Noi non siamo razzisti: la nostra azione è limpida e sotto la luce del sole, senza nasconderci dietro inventate sigle della galassia anarco-insurrezionalista». Gli altri schieramenti, dal Pd ad Articolo 1-Mdp, hanno avanzato la loro solidarietà «a tutte le forze politiche attaccate». Per Niccolò Bosi, capogruppo dem in consiglio comunale, «l'istigazione alla violenza non deve essere la strada per il dissenso di opinioni». Eppure, nel marzo scorso erano già apparse sui muri scritte indirizzate a Matteo Salvini, anche queste siglate col simbolo anarchico. E il ritornello si era ripetuto all'apertura della sede locale leghista, quando gli antagonisti imbrattarono alcune pareti per sottolineare che «Faenza non è fascista».

«Quelle del volantino sono frasi che fomentano intolleranza e che dimostrano chi sono i veri violenti", attacca Galeazzo Bignami, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale. Un livore "alimentato dalla paura delle sinistre di perdere il potere".

Che così minacciano, nascondendosi vigliaccamente dietro l'anonimato.

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