Leggendo i dati dell'ultimo bollettino del ministero della Salute sull'andamento dell'epidemia in Italia, sorge spontanea una domanda: è giustificata la proroga dello stato di emergenza in un Paese che conta 188 nuovi casi nelle ultime 24 ore, 7 decessi 67 persone in terapia intensiva? È legittimo, con questi numeri, lasciare al governo la possibilità di continuare a procedere per altri sei mesi a colpi di Dcpm senza passare per il Parlamento?
Se c'è chi lo ritiene indispensabile per poter adottare velocemente provvedimenti che potrebbero rendersi necessari, come il virologo dell'università di Milano Fabrizio Pregliasco, altri considerano la proroga fino a dicembre «un danno per il Paese». Tra questi Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, che non condivide affatto l'intenzione del premier Conte di allungare lo stato di emergenza fino alla fine dell'anno. Con numeri del genere, tutt'al più si può estendere per brevi periodi, a seconda delle necessità. Non per altri sei mesi, facendo passare l'idea di un Paese che non riesce a risollevarsi. «Io non vedo una situazione così incontrollata dal punto di vista del sistema sanitario. Mi pare - spiega l'infettivologo - che gli ospedali si stiano svuotando. L'Italia non è in emergenza come era a febbraio o marzo. Le decisioni sono politiche e le accettiamo, forse però l'emergenza andrebbe prorogata di mese in mese. Altrimenti l'immagine che diamo all'estero dell'Italia non è bella». «Bisognerebbe dire - aggiunge Bassetti - che abbiamo fatto un lavoro eccezionale, invece i media continuano a dare messaggi sbagliati». Certo, ci sono i focolai da tenere a bada e non bisogna abbassare la guardia - come ricorda in un post virale sui social un infermiere di Cremona che ha raccontato come nel suo ospedale abbiano ricominciato a ricoverare pazienti Covid - ma la situazione è sotto controllo. Anche per il virologo Massimo Clementi, dell'Università Vita-Salute San Raffaele, uno degli esponenti di punta del fronte degli esperti favorevoli a un progressivo ritorno alla vita normale, la proroga dello stato di emergenza al vaglio del governo «è un'incredibile forzatura», che va in parallelo con i toni terrificanti (ingiustificati) con cui Tv e stampa stanno descrivendo lo stato attuale dell'epidemia». Se il governo andrà avanti su questa strada lo scienziato è pronto a scendere in piazza: «Lo dichiaro si da ora», scrive su Facebook.
Invita alla prudenza il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, per il quale lo stato di emergenza da solo non basta: «La società deve essere riaperta per consentire un progressivo cammino fino alla fine della pandemia.
«Non siamo ancora alla fine - precisa - ci devono orientare ancora prudenza ed equilibrio ma bisogna assumere ora, in maniera unitaria, scelte coraggiose ed innovative». Questo mentre nel mondo il virus continua a correre. L'Oms ieri ha registrato un nuovo record giornaliero: 228.102 nuovi casi a livello globale.
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