Gli immunizzati a quota 80%. Ma sono totalmente scoperti oltre sei milioni di lavoratori

Il countdown è iniziato e dal 15 ottobre chi non ha il green pass non potrà presentarsi al lavoro

Gli immunizzati a quota 80%. Ma sono totalmente scoperti oltre sei milioni di lavoratori

Il countdown è iniziato e dal 15 ottobre chi non ha il green pass non potrà presentarsi al lavoro. Ma si calcola che un po' meno di un dipendente su 4 nel privato e di uno su 5 nel pubblico sia completamente scoperto e dunque sarà costretto ad effettuare un tampone ogni 48 ore o a rinunciare allo stipendio.

Superata la tanto agognata soglia dell'80 per cento di immunizzati è evidente che purtroppo non basta perché ci sono troppi soggetti attivi che non hanno ricevuto neppure una dose. La Cgia aveva lanciato l'allarme più di due settimane fa, denunciando che almeno 3,7 milioni di addetti nelle piccole e grandi imprese erano ancora latitanti rispetto al vaccino. E ora che si avvicina la deadline alcuni governatori, con Luca Zaia, Veneto in testa, hanno chiesto di allungare la validità del tampone da 48 a 72 ore. Richiesta per la quale è scontato il parere negativo dei tecnici che volevano dare il via libera al green pass soltanto per chi è vaccinato o guarito. Questa richiesta però non viene avanzata da tutte le regioni.

«La Toscana non condivide le posizioni di alcuni governatori che chiedono una proroga nell'applicazione del green pass e l'allungamento della validità dei tamponi fino a 72 ore, perché così si scoraggiano le persone a vaccinarsi e si rallenta una ripartenza sicura del Paese», chiarisce il governatore toscano, Eugenio Giani. La Conferenza delle Regioni prevista entro questa settimana quindi si annuncia piuttosto movimentata anche perché il ministro della Salute, Roberto Speranza, è categorico. «Il Green pass già dura 72 ore nel caso di tampone molecolare, se invece tampone è antigenico dura 48 ore. -taglia corto il ministro- Abbiamo scelto questo impianto e penso che debba essere lasciato così come è e poi vedere nelle prossime settimane se adattarlo».

Sicuramente il bacino dei vaccinati si sta allargando ma troppo lentamente. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli, dipinge un quadro rassicurante. «L'85% della popolazione vaccinabile ha ricevuto almeno una dose e l'80% ha ricevuto due dosi e questo è un risultato formidabile -dice Locatelli- Siamo chiaramente in una situazione largamente favorevole e continua a migliorare: la riapertura delle attività lavorative, così come delle scuole, al momento non ha impattato negativamente».

L'obiettivo fissato dal governo, l'80 per cento dei vaccinati raggiunto con una decina di giorni di ritardo rispetto alla data fissata ora però appare insufficiente. Ieri era salito all'81% ed è naturalmente un grande risultato che presenta però delle smagliature sopratutto nella platea che deve tornare a lavorare in presenza.

Sono ancora totalmente scoperti oltre sei milioni di italiani tra i 20 ed i 69 anni. Una popolazione attiva che quindi dovrà effettuare test a ripetizione per tornare al lavoro. Per valutare l'impatto dell'obbligo di green pass si devono anche guardare i numeri assoluti. A ieri in Lombardia erano ancora circa 900mila i soggetti che non avevano ricevuto neppure una dose tra i 20 ed i 69 anni. E certamente a questo punto per scelta non perchè ci siano ritardi rispetto alle forniture o deficit organizzativi. Forse non si tratta di no vax irriducibili ma sono decisamente troppi per essere stati tutti esentati per motivi di salute.

Se si guarda alle cifre di un'altra regione ricca di imprese, il Veneto, si evidenzia che sono ancora 510mila le persone completamente scoperte sempre nella fascia «attiva» tra i venti e i 69 anni. In Piemonte sono 480mila. In Sicilia oltre 700mila e in Campania poco meno. Nel Lazio 470mila.

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