In Italia continua a rimanere forte la domanda di lavoro: secondo l'analisi di Unioncamere e Anpal, infatti, a gennaio le imprese cercano 504 mila addetti, 46 mila in più rispetto a un anno fa (+10,1%). Va anche meglio se si allarga la prospettiva all'intero primo trimestre dove la ricerca ammonterà a 1,3 milioni di lavoratori, 149 mila in più rispetto a 12 mesi fa (+12,9%). Sono segnali di un'economia italiana che nel corso del 2022 ha tenuto molto bene, nonostante le mille difficoltà e la crisi energetica. Il mercato del lavoro subisce gli effetti del rallentamento economico in modo ritardato, ma ciò non toglie che rimanga un dato da leggere in chiave positiva. Rimane tuttavia una forte difficoltà a reperire le giuste figure professionali da parte delle aziende: è così per il 46,5% (+7 punti percentuali rispetto a un anno fa per circa 230 mila assunzioni) e il dato sale al 66% per figure dirigenziali e sfiora il 62% per gli operai specializzati. La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata dalle imprese (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%). L'Italia ha ancora molto da fare sul fronte del tasso d'occupazione (al 60,5%), ai massimi storici ma ancora fanalino di coda tra tutti i paesi europei. E c'è anche il problema dell'invecchiamento della popolazione, con la drastica diminuzione delle persone in età da lavoro: gli occupati, rispetto a febbraio 2020, sono 157mila in più, ma la popolazione in età di lavoro cala di 677mila unità. Inoltre, gli occupati over 64 dal 2008 ad oggi sono quasi raddoppiati e gli occupati over 50 rappresentano circa il 40% del totale dell'occupazione.
Intanto, il ministro del Lavoro Marina Calderone (in foto) è alle prese con un nuovo decreto che potrebbe vedere la luce nei primissimi mesi del 2023. In base alle nuove norme, per le aziende dovrebbe diventare più facile assumere lavoratori a tempo determinato con contratti fino a due anni superando così i più stringenti vincoli sulle causali introdotti dal governo Conte I. Un ruolo importante dovrebbe spettare poi alla contrattazione collettiva.
In pratica, fino a due anni i contratti a tempo determinato potranno essere sottoscritti da azienda e lavoratore senza una causale; a quel punto, se dovesse esserci un'eventuale estensione di 12 mesi del contratto stesso, si dovrà far riferimento agli accordi inseriti nei contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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