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Terremoto Consip: arrestato per corruzione Alfredo Romeo

L'imprenditore napoletano accusato di corruzione: tangenti al manager in cambio di notizie sugli appalti. Perquisite le case di Bocchino e dell'amico di papà Renzi

Terremoto Consip: arrestato per corruzione Alfredo Romeo

Appalti e mazzette. L'inchiesta sul Consip si abbatte sulla politica italiana. Questa mattina Alfredo Romeo è stato arrestato per corruzione. Secondo gli inquirenti l'imprenditore napoletano pagava regolarmente Marco Gasparri, già direttore Sourcing Servizi e Utility di Consip e ora destinato ad altro incarico, in cambio dei notizie sugli appalti. Nella stessa inchiesta è stato perquisito anche l'imprenditore di Scandicci del settore farmaceutico Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi. "Renzi confessa e chiarisci tutta questa storia - tuonano già i grillini - e intanto restituisci i soldi con cui Romeo ti ha finanziato".

Dal 2012 a oggi Gasparri è stato retribuito più o meno con regolarità mensile da Romeo. Si parla di almeno 100mila euro. "È evidente la lotta imprenditoriale a suon di tangenti - scrive il gip Gaspare Sturzo - o mediante la ricerca di appoggi all'interno della cosiddetta 'alta politica' al fine di indurre i vertici della Consip ad assecondare le mire dell'illecita concorrenza degli imprenditori più avvezzi a tali sistemi". Nella veste di pubblico ufficiale, il manager girava all'imprenditore napoletano informazioni riservate, suggerimenti e risposte da dare ai fini dell'aggiudicazione delle gare di appalto, a cominciare da quella FM4 del valori di 2,7 miliardi di euro, suddivisa in 18 lotti (la cui aggiudicazione è ancora in corso). Gasparri, però, è stato solo denunciato a piede libero: per i magistrati romani mancano le esigenze cautelari tenuto conto che il dirigente Consip sull'episodio corruttivo ha reso a suo tempo ampia confessione.

L'arresto di Romeo, eseguito dai carabinieri per la tutela dell'ambiente del Comando provinciale di Napoli e dal Nucleo della Polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli, è solo l'ultimo sviluppo di un filone di indagine nato a Napoli e trasferito per competenza alla procura di Roma. L'imprenditore napoletano è indagato dai pm partenopei per associazione a delinquere di stampo mafioso. Nella tranche romana, invwecem risultano indagati l'allora sottosegretario renziano Luca Lotti (oggi ministro dello Sport nel governo Gentiloni), il generale dell'Arma Tullio Del Sette, il comandante della Legione Toscana dei carabinieri Emanuele Saltalamaccgia e il padre dell'ex premier Matteo Renzi, Tiziano, per influenze illecite.

L'arresto di Romeo getta un'ombra sulla politica. Anche perché l'inchiesta tira in ballo nomi importanti. Questa mattina i carabinieri e la guardia di Finanza hanno anche perquisito le abitazioni dell'ex parlamentare di Alleanza Nazionale Italo Bocchino coinvolto nell'inchiesta, e di Russo. I due sono già indagati dalla procura di Roma per traffico di influenze, sempre nell'ambito dell'inchiesta Consip, così come lo è Tiziano Renzi che sarà ascoltato il 3 marzo prossimo a palazzo di giustizia.

E secondo quanto emerge dal decreto di perquisizione emesso a carico di Russo, Carlo Russo e Tiziano Renzi, "sfruttando le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni, ad di Consip spa, si facevano promettere indebitamente da Alfredo Romeo che agiva previo concerto con Italo Bocchino, suo consulente, utilità a contenuto economico, consistenti nell’erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la mediazione verso Marroni", in relazione allo svolgimento di alcune gare.

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