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"Indietro non si torna, stop allo sballo. L'Italia in ritardo sugli assembramenti"

Il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni: "Abbiamo colmato un vuoto legislativo. Nessuna svolta autoritaria ma più attenzione a legalità e sicurezza"

"Indietro non si torna, stop allo sballo. L'Italia in ritardo sugli assembramenti"

È sottosegretario all'Interno, ma osserva subito quel che c'è oltre i nostri confini: «Si è mai chiesto come mai in tanti partono dalla Francia e da altri Paesi europei per partecipare ai rave in Italia?».

Lei che risposta si è dato?

Nicola Molteni, deputato della Lega e da ieri vice di Piantedosi al Viminale, replica secco: «Perché da noi c'era un vuoto legislativo».

Ora lo avete colmato?

«Certo, abbiamo ripristinato il principio di legalità. Il rave di Modena, come quelli che l'hanno preceduto e che hanno avuto anche un costo in vite umane, era clandestino, abusivo, non autorizzato e, soprattutto, pericoloso per chi vi prendeva parte. Se quel capannone fosse crollato, ci avrebbero accusato di aver trascurato le più elementari regole di sicurezza».

L'opposizione parla di attentato alla libertà. Non è che il testo verrà riscritto e magari addolcito in seconda battuta?

«No, non credo proprio. L'Italia era indietro e doveva darsi una norma per fermare questi assembramenti totalmente fuori controllo, con la droga che viene spacciata quasi alla luce del sole».

Ma non è che verrà dato un colpo anche ai diritti, come denunciano artisti, intellettuali e scrittori?

«Ma no, questo intervento è nato per fronteggiare un'emergenza che stava diventando strutturale, come un'abitudine».

Fratoianni dice che il nuovo articolo 434 bis del codice penale verrà utilizzato per punire gli operai che occuperanno le fabbriche.

«No, assolutamente. Questo governo vuole legalità e sicurezza, come del resto richiedono i milioni di italiani che ci hanno votato, ma certo non indietreggerà su libertà e diritti. Però deve finire l'andazzo per cui in Italia ognuno fa quello che vuole. Questo è inaccettabile, Piantedosi ha presentato subito un pacchetto di interventi in consiglio dei ministri e contemporaneamente ha condotto con forza e misura la trattativa con gli organizzatori di Modena. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il rave si è interrotto, gli occupanti hanno ripulito l'area e se ne sono andati».

Scusi se insisto: non è che così vi mettete in contrasto con la Costituzione?

«L'intento non è certo quello di punire o criminalizzare gli studenti o i lavoratori che protestano; no, l'articolo si concentra solo sulle manifestazioni come quella di Modena e il passaggio più interessante è quello sulla confisca delle attrezzature e degli impianti. Speriamo che questo scoraggi altre future adunate. Poi, intendiamoci, il Parlamento è sovrano».

In pratica, siete disponibili ad accogliere modifiche o proposte che potrebbero venire anche da segmenti garantisti della maggioranza?

«Certo, il testo potrà essere migliorato e cambiato con il contributo di tutti, ma ripeto: indietro non possiamo e non vogliamo tornare. Ascolteremo e valuteremo tutte le osservazioni e le critiche, ma non siamo disposti a rinunciare al programma per cui siamo stati eletti. Diritto al ballo sì, diritto allo sballo no».

C'è un ultima questione controversa che suscita dibattito: quella delle intercettazioni preventive. Metterete sotto controllo questi ragazzi?

«Ragazzi è un termine riduttivo per persone capaci di organizzare eventi così complessi. Per me le intercettazioni preventive si possono anche disporre.

Si all'uso, sintetizzerei, no all'abuso di questo delicato strumento di indagine».

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