Gli indispensabili

Gli indispensabili

Silvio Berlusconi ha celebrato ieri i 25 anni dalla fulminea vittoria alle elezioni Politiche del marzo '94 e aperto la campagna elettorale per le Europee di maggio.

«Siamo stati, siamo e saremo indispensabili» è il motto con cui il Cavaliere ha arringato i suoi a Roma. Berlusconi si riferiva al suo partito, e gli faccio i migliori auguri che così sia, ma quell'aggettivo «indispensabile» può essere letto in modo più ampio. Chiunque governi o si candidi a governare questo strano Paese deve infatti sapere che - senza quella parte di Italia che Forza Italia ha politicamente e culturalmente rappresentato negli ultimi 25 anni - è destinato a fallire. «Indispensabili» sono i milioni di italiani che magari non si entusiasmano per il raduno dei cattolici sulla famiglia, ma vogliono continuare a essere mamma e papà (non Genitore 1 e Genitore 2) e che certo non sfileranno mai in quelle pagliacciate che sono i gay pride o i raduni pro trans; «indispensabile» è chi pretende una rigorosa politica dell'immigrazione senza rinunciare alla solidarietà e alla lotta contro ogni tipo di razzismo; «indispensabile» è chi chiede meno Stato e meno assistenzialismo perché solo così si può crescere tutti e aiutare chi resta indietro; «indispensabile» è chi pretende un sistema bancario migliore, non chi vuole distruggerlo; «indispensabile» è chi vuole più cantieri non chi odia il progresso; chi l'Europa vuole cambiarla, non abbandonarla.

«Indispensabili» non sono gli intellettuali a gettone e neppure le piazze a comando. «Indispensabili», per governare bene e a lungo, siete tutti voi che non urlate e che non apprezzate gli urlatori, gli arroganti e gli incapaci. Voi ai quali, a differenza di Michele Santoro e Vauro, non passa neppure per scherzo nella testa di pagare qualcuno per uccidere l'avversario politico. Voi che sulle libertà e sui valori non cambiate idea neppure quando cambia il vento e tutto sembra perso.

Voi siete «indispensabili» molto più di quei politici, uomini e donne, pronti a boicottare il partito o a cambiare

casacca in cambio di uno stipendio più sicuro. Voi, se state uniti e non seguite mode e sirene, siete «indispensabili» a chiunque per governare. Meglio condizionare e negoziare da liberi che illudersi di comandare da servi.

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