Industria, la produzione frena E gli analisti tifano spread

L'indice del settore manifatturiero peggiora. Goldman Sachs punta su un'ulteriore «pressione dei mercati»

Industria, la produzione frena E gli analisti tifano spread

Q uella che voleva essere soltanto un'analisi del mercato, e del rapporto che con esso ha la prossima Legge di Bilancio, è diventata la miccia di una polemica infuocata. La banca d'affari Goldman Sachs ha appena pubblicato un rapporto sulla crescita globale intitolato Landing the plane (l'aereo che atterra). In esso si parla anche del nostro Paese la cui crescita del Pil per il prossimo anno è attestata solo allo 0,4%. Gli analisti della banca d'affari non si limitano ad analizzare ma si spingono fino alla funesta proiezione: l'Italia può gettare una «nube scura» sullo scenario dei mercati in Europa, e «le cose potrebbero dover peggiorare prima di vedere un miglioramento». Gli analisti di Goldman Sachs si mostrano scettici sulla capacità di Bruxelles o Roma di «cambiare rotta» nella trattativa sul bilancio. Gli analisti «si aspettano che il più probabile catalizzatore per un ritorno alla disciplina di bilancio sia un'ulteriore pressione dei mercati». E, questo almeno il consiglio della Goldman Sachs agli investitori, «una volta che la nebbia si sarà diradata vedremo diverse ragioni per rimanere strategicamente costruttivi».

Oltre ai suggerimenti per gli investitori, però, ci sono i giudizi. Secondo la banca d'affari americana l'Italia è tra i rischi che potrebbero nel prossimo anno peggiorare lo scenario europeo, in buona compagnia con l'aumento dei tassi della Banca centrale europea e gli effetti finanziari della Brexit.

Un altro segnale di come la posizione dell'Italia si stia indebolendo arriva proprio dalla Bce. Ieri l'istituto di Francoforte ha annunciato che dal primo gennaio l'incidenza della Banca d'Italia nel capitale della Bce scenderà all'11,8023% dal 12,3108% degli ultimi cinque anni. Rimane invariato a 1.277.599.809,38 il totale del capitale in capo alla Banca d'Italia ma le nuove quote ci potrebbero penalizzare nel quantitative easing.

Le previsioni di recessione contenute nel rapporto per gli investitori sono «premature», taglia corto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di Torino. «Le previsioni di Goldman Sachs non sono solo troppo pessimiste - gli fa eco la senatrice di Forza Italia Fiammetta Modena - ma sono anche dannose, dal momento che cementificano la convinzione che una sorta di Spectre finanziaria voglia tenere i popoli sotto il giogo della speculazione. Affermare che un'ulteriore pressione dei mercati possa essere un catalizzatore per il ritorno alla disciplina fiscale, ha l'effetto di far montare rabbia e ignoranza». Anche il capogruppo Pd di Palazzo Madama, Andrea Marcucci prende spunto dall'analisi Goldman Sachs. «In una cosa - dice - il governo Conte è stato poderoso: in pochi mesi l'Italia è tornata a essere la grande malata d'Europa».

I dati, però, che arrivano dall'indagine Pmi di IHS Markit, sul settore della manifattura, indicano una contrazione dell'attività dell'industria a novembre. Ogni lettura sotto quota 50, infatti, rappresenta un peggioramento. L'indice scende a 48,6 punti in novembre, segnando un ulteriore, anche se moderato, peggioramento delle condizioni operative generali, da 49,2 di ottobre, e portandosi ai minimi da fine 2014. Per l'Eurozona lo stesso indice peggiora a 51,8 da 52, ma resta in territorio di espansione.

«Impietosa l'analisi che ha accompagnato la pubblicazione del dato, da parte della società d'analisi IHS Markit - sottolinea Renato Brunetta, responsabile della politica economica di Forza Italia - facciamo nuovamente i complimenti al governo per aver riportato l'economia italiana indietro di 5 anni».

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