La spirale della guerra in Ucraina ha conosciuto nelle ultime ore un'accelerazione drammatica, una sequenza serrata di attacchi e contrattacchi che ridisegna l'equilibrio del conflitto. Le notti di Kiev e Odessa si sono trasformate in bolge di fuoco sotto i colpi di droni e missili russi, mentre l'esercito ucraino ha messo a segno una delle sue operazioni più audaci: lo strike con missili autoctoni Neptune contro il porto russo di Novorossiysk, hub cruciale per l'export petrolifero di Mosca.
A confermare l'attacco è stato lo Stato Maggiore ucraino. I Long Neptune, la versione a lungo raggio del missile progettato e costruito a Kiev, hanno colpito infrastrutture strategiche nel porto sul Mar Nero, costringendo a sospendere per ore le esportazioni di petrolio: 2,2 milioni di barili al giorno bloccati, pari al 2% dell'offerta globale. Un colpo insieme simbolico e materiale, che incide sulla principale arteria economica russa proprio mentre Mosca tenta di blindare un sistema industriale e difensivo sempre più sotto pressione, con un Pil calato di mezzo punto. Lapidario Zelensky, atteso lunedì a Parigi e martedì a Madrid: "Questa è la nostra risposta più che giusta al terrorismo russo".
A tremare è anche la raffineria di Saratov, 700 chilometri a est del confine ucraino e controllata da Rosneft: più attacchi di droni hanno danneggiato l'unità principale di distillazione, innescando incendi e bloccando la produzione. Nel frattempo, il capo di Rosatom, il colosso dell'energia nucleare russa, denuncia che otto droni ucraini avrebbero tentato di colpire la centrale di Novovoronezh. Kiev non commenta, ma ribalta l'accusa: è Mosca, sostiene, ad aver più volte messo a rischio siti nucleari ucraini. Tant'è che la centrale di Zaporizhzhia ha perso l'alimentazione elettrica di una delle sue due linee di trasmissione esterne.
La guerra prosegue sul fronte delle infrastrutture: l'intelligence ucraina ha rivendicato un'operazione contro la ferrovia Transiberiana, vitale per il trasporto di armi, munizioni (comprese quelle nordcoreane) e materie prime. Un treno merci è deragliato vicino a Sosnovka dopo l'esplosione di un ordigno piazzato da agenti di Kiev. Un gesto che, più che un sabotaggio, suona come un avvertimento strategico: nessuna infrastruttura russa è davvero al sicuro.
Nel frattempo, sull'Ucraina è piovuto l'ennesimo inferno: 430 droni e 19 missili lanciati in una sola notte, con 14 vettori balistici intercettati dai sistemi Patriot. A Kiev si contano almeno sei morti e 42 feriti. A Odessa due persone sono rimaste uccise in un attacco al mercato di Chornomorsk. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha parlato di "scene terribili" nella capitale, dove tra le vittime figurano anche bambini. Durante il raid un missile Iskander ha colpito l'ambasciata dell'Azerbaigian: Baku ha convocato l'ambasciatore russo, e il presidente Aliyev ha espresso a Zelensky la propria condanna. Ma per i russi era un Patriot Usa.
Se Mosca consolida le posizioni a Pokrovsk, Myrnograd e nell'oblast di Zaporizhzhia, per stessa ammissione dei generali, sul piano militare la Germania contribuirà con 150 milioni di euro al nuovo pacchetto di armi statunitensi, ma il ministro Pistorius chiude, per ora, l'ipotesi di fornire missili Taurus.
La guerra modifica gli equilibri sul terreno russo. Migliaia di militari nordcoreani operano a Kursk e nelle aree di sminamento. Pyongyang invierà entro un mese altri 12mila lavoratori specializzati per la produzione di droni Shahed-Geran nel complesso industriale di Alabuga. Una cooperazione che Kiev definisce "alleanza di dittature contro l'ordine internazionale".
La Russia punta a produrre 120mila bombe plananti nei prossimi mesi, alcune con una gittata fino a 400 km. Si tratta di un salto tecnologico che non va trascurato.
Vadym Skibitskyi, vicecapo dell'intelligence ucraina, avverte: "È una minaccia enorme. Servirà una risposta adeguata". Che potrebbe già essere iniziata, visto che Kiev ha avviato la produzione del nuovo Uav Octopus, che opera di notte, a bassa quota e anche in condizioni di disturbo delle comunicazioni.