
Non è certo un fulmine a ciel sereno per il governo italiano l'attacco all'Iran da parte di Israele. Il ministro della Difesa Guido Crosetto da ieri mattina alle 3 era stato pre-allertato per il monitoraggio della situazione, e i ministri interessati hanno seguito fin dalle prime ore dell'alba l'evolversi della situazione. Ieri mattina alle 8 alla Farnesina è iniziata la riunione di emergenza dell'Unità di crisi presieduta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani con gli ambasciatori in Iran, Israele e altri Paesi della regione. Tajani stesso ha pubblicato sui social una foto della riunione, sottolineando il contatto costante con l'ambasciatrice a Teheran Paola Amadei. «Non ci sono stati problemi per i nostri concittadini, né in Iran né in Israele», anche se «ci sono state esplosioni anche vicino alla residenza della nostra ambasciatrice. La situazione è di grande tensione», le sue parole a Mattino Cinque. «Ci auguriamo che possa riprendere quanto prima il confronto tra Israele e Iran. Non esiste altra soluzione che quella diplomatica». Tajani fa sapere di avere già parlato al telefono con il suo omologo israeliano Gideon Sa'ar, al quale ha chiesto «di evitare un'escalation», ribadendo anche «la necessità del cessate il fuoco a Gaza».
Non manca qualche scintilla con le opposizioni. «Ogni giorno l'opposizione chiede che io vada in Parlamento. Io vado quando sono invitato a parlare di tutto. Sono stato presidente del Parlamento, figuriamoci quanto rispetto ho per l'istituzione parlamentare. Questa mattina all'alba ero già qui. Invito l'opposizione a svegliarsi presto la mattina. Mi auguravo di essere chiamato alle tre e mezza quando c'è stato l'attacco». Dichiarazioni che suscitano la reazione di Chiara Braga (Pd) che parla di «stupore e rammarico per le parole di Tajani» - ma il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, fa sapere di aver «acquisito la disponibilità a riferire in commissione del ministro Tajani».
Nel governo prende la parola anche Crosetto. «Lo scenario che si è aperto non ci ha sorpresi, ce lo aspettavamo. Si è aperto un altro fronte e non avevamo bisogno di altri fronti in questo periodo», commenta il ministro della Difesa al «Festival dell'imprenditore». Nell'opposizione Elly Schlein chiede a Giorgia Meloni «in questo scenario di tenere la schiena dritta davanti a Trump».
L'attacco all'Iran fa scattare l'allerta. Il ministro Piantedosi convoca un comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. «Se dico che abbiamo preoccupazione - evidenzia il titolare del Viminale - non significa che abbiamo già il nemico alle porte, però è fisiologico che le forze di polizia si attivino».
Si decide così di rafforzare ulteriormente la sicurezza attorno al «Ghetto» e agli altri obiettivi sensibili a Roma, in particolare le sedi diplomatiche e gli interessi degli Stati Uniti e
dell'Iran. L'ambasciatore israeliano a Roma, intanto, annuncia la chiusura momentanea dell'ambasciata nella Capitale fino alla prossima settimana così come in stato di allerta è anche l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.