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Infrastrutture, fisco e giustizia. Ecco il piano Fi per la ripresa

Pronte le proposte che saranno presentate al premier Tajani: "Aiutiamo il Paese, niente accordi col governo"

Infrastrutture, fisco e giustizia. Ecco il piano Fi per la ripresa

Tredici problemi chiave da affrontare, dal fisco alla burocrazia, dalla giustizia al lavoro. Un sì al pacchetto di aiuti europei, Mes compreso, ma insieme a un Piano nazionale di riforme, condiviso con le opposizioni e accompagnato da una legge di Bilancio da approvarsi entro agosto. Critiche all'azione solo «difensiva» e non «strategica» del governo, troppo segnata dall'assistenzialismo.

Forza Italia presenta il suo piano di rilancio del Paese dopo la pandemia, in attesa di incontrare in settimana il premier Giuseppe Conte con Lega e Fratelli d'Italia. È il vicepresidente azzurro Antonio Tajani ad illustrarlo in una videoconferenza stampa, con le capogruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini, il responsabile economia Renato Brunetta, il capo dei dipartimenti Giorgio Mulè e il vice presidente della Commissione bilancio Montecitorio Sestino Giacomoni.

Il partito di Silvio Berlusconi rimarca anche in quest'occasione di avere, nel centrodestra, la posizione più responsabile e dialogante, seguendo un «metodo» di ascolto di tutte le categorie produttive, ma Tajani sottolinea che questo né ora né mai deve intendersi come sostegno al governo giallorosso.

Per «uscire dalla crisi, costruire il futuro», come dice il manifesto di Fi, bisogna raggiungere una serie di obiettivi, presentati con 100 slide. «Proposte - spiega Tajani- che presenteremo al premier quando deciderà di incontrarci. Ribadiamo la necessità di utilizzo del Mes per la sanità, dopo tanti anni di tagli nel settore e di fronte al possibile rischio di una seconda ondata di Covid». Eppure nelle stesse ore in commissione bilancio i deputati 5 Stelle bocciano un emendamento di Fi che dicono, «chiedeva di utilizzare le risorse del Mes per tagliare l'Irap per gli anni 2020-2021». E la maggioranza respinge in Commissione Giustizia un emendamento azzurro al decreto carceri con uno stop all'autorizzazione a nuovi incarichi fuori ruolo per magistrati ordinari, contabili ed amministrativi, fino al 31 dicembre 2021.

Non si prospetta facile la collaborazione con i giallorossi, ma i punti cardine del piano di Fi sono: riforma fiscale, riforma della burocrazia, revisione del codice degli appalti, strategia congiunta su macrosettori come edilizia, infrastrutture, industria e microsettori come il mercato delle auto e la filiera dell'acciaio. E poi riforma della giustizia penale e civile la cui lentezza, sottolinea il numero due di Fi, «ci fa perdere due punti di Pil».

C'è, insiste la capogruppo al Senato Bernini, una «conditio sine qua non per far rialzare l'Italia ed è la sospensione di tutte le scadenze fiscali». Secondo Fi è la prima iniziativa che deve prendere il governo e poi realizzare una grande riforma fiscale, una semplificazione burocratica, lo sblocca-cantieri, il rilancio dell'industria dell'acciaio e dell'automotive e una seria riforma della giustizia per rendere più attrattivo il Paese agli investitori stranieri.

«Chiediamo - dice Gelmini - alle altre forze politiche di maggioranza e opposizione di valutare la possibilità di una sessione parlamentare ad hoc per confrontarci sulle linee del recovery plan». Anche sul «pacchetto Ue» lei e Brunetta chiedono un confronto vero in Parlamento. «L'Europa c'è - dice la capogruppo alla Camera - il grande assente è il governo. Prima del prossimo Consiglio Ue il Parlamento sia protagonista non solo con le comunicazioni di Conte ma ci sia una settimana dedicata alla sessione europea». Brunetta ricorda che tra pochi giorni inizia il semestre europeo della Germania: «Dobbiamo prepararci a dare il massimo della coesione e condivisione per questo piano nazionale di riforme, i tempi sono strettissimi, in una settimana vanno analizzate tutte le carte e occorre votare nella trasparenza del Parlamento».

In Senato, spiega Bernini, Fi ha presentato, a partire dal Cura Italia, una serie di emendamenti su scuola e formazione, «perché non esiste un modo per far crescere un Paese che non passi dagli investimenti sulla conoscenza».

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