Ingenui, pressapochisti e di manica larga. I tedeschi maestri ormai solo di figuracce

La Merkel è furiosa: da Amri in poi l'intelligence non ne azzecca più una

Ingenui, pressapochisti e di manica larga. I tedeschi maestri ormai solo di figuracce

C'era una volta il Belgio. Ma ora a fargli compagnia nella lista nera delle nazioni europee più inefficaci nel campo dell'antiterrorismo s'è aggiunta la Germania. E la prima a riconoscerlo è Angela Merkel. «Sfortunatamente vediamo che nei singoli Stati continuano ad esistere diversi tipi di legge» tuonava ieri una Cancelliera infuriata per le cantonate inanellate dalle autorità della Renania Settentrionale-Westfalia nelle prime 48 ore d'indagini sulle bombe esplose martedì sera al passaggio dell'autobus del Borussia Dortmund. Quarantotto ore a dir poco paradossali durante le quali gli inquirenti hanno navigato a vista avvalorando la pista del terrorismo islamico nonostante le varie anomalie, prima fra tutte la rivendicazione affidata ad anacronistici e desueti volantini, che suggerivano estrema cautela. Ma il problema di magistrati e forze di polizia locali coinvolti nell'inchiesta di Dortmund non era trovare i veri colpevoli quanto coprire l'evidente falla che aveva permesso al 26enne Abdul Beset A. - un militante dell'Isis comandante nel 2014 di un'unità di dieci fedelissimi del Califfato - di muoversi indisturbato sul territorio del Lander. Così per mettere una pezza alla svista e trovare un colpevole da sbattere in prima pagina hanno dato credito alla pista jihadista e l'hanno usata per giustificare il tardivo arresto di un terrorista rimasto in circolazione per troppo tempo. Dietro queste mosse avventate capaci di garantire l'incolumità ai veri colpevoli delle bombe di Dortmund si celano altri imperdonabili precedenti. La Renania Settentrionale Westfalia è lo stesso «lander» dove lo stragista Anis Amri ha potuto muoversi indisturbato dal luglio 2015 - quando entrò illegalmente in Germania - fino allo scorso 19 dicembre quando maciullò 12 innocenti tra le bancarelle del mercatino di Natale di Berlino. Da quel precedente scaturisce l'ira funesta di Angela Merkel infuriata per il lassismo di un «lander» dove in tema di sicurezza vigono leggi e consuetudini investigativo giudiziarie assai più permissive rispetto al resto della Germania. E qui emerge la devastante analogia con un Belgio. In Germania le cose non vanno meglio. La presunta efficienza degli organi di stato è messa a rischio dalle diverse legislazioni dei «lander». Non a caso a conclusione dell'inchiesta sugli errori del caso Amri il ministro dell'interno Thomas de Maiziere ha accusato apertamente le autorità del «lander» colpevoli di non aver fermato Amri. «Ci sarebbero state ottime ragioni - per garantire una sicura detenzione almeno a fine ottobre. Ma non si è nemmeno provato a farlo» sottolineava De Maziere. Ma il caso Amri è solo la punta dell'iceberg. A tutt'oggi le autorità di Dusseldorf non sono ancora riuscite ad espellere Sami A. un tunisino 41enne, ex guardia del corpo di Osama Bin Laden il cui ordine di deportazione, firmato nel lontano 2006, è stato ripetutamente congelato dall'autorità giudiziaria e amministrativa. Ma il problema non riguarda un singolo stato.

L'Ufficio della polizia criminale federale (Bka) ha raccolto i nomi di almeno 602 sospetti terroristi schedati come «minacce islamiste». Un centinaio sono già in galera e altri trecento combattono in Siria, ma almeno duecento risultano a piede libero in quanto le prove raccolte dai servizi di sicurezza non bastano a garantirne l'arresto.

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