Cronache

Ingressi, pesi, corsie, docce. Palestre e piscine al via

Oggi riaprono i centri sportivi (tranne in Lombardia): come cambia il modo di allenarsi

Ingressi, pesi, corsie, docce. Palestre e piscine al via

Basta workout in soggiorno, basta corse attorno all'isolato. Da oggi riaprono le palestre e le piscine in (quasi) tutta Italia, chiuse dall'inizio di marzo. Soltanto in Lombardia e in Basilicata i centri sportivi dovranno attendere ancora: appuntamento rispettivamente per il 1° e per il 3 giugno. E a Bologna le piscine comunali resteranno chiuse fino a fine maggio.

Il ritorno del fitness è un momento importante della nuova normalità non solo perché sono circa 10 milioni gli italiani iscritti alle palestre ma anche perché esse sono ritenute tra i luoghi più sensibili, per la contiguità di chi le frequenta e per la delicatezza degli aspetti igienici. Per questo è stato messo a punto un protocollo molto rigido di misure che i centri sportivi dovranno mettere in atto per garantire la sicurezza di iscritti e personale. Regole che evidentemente sollevano tuttora dei dubbi, visto che ancora ieri sui social i gestori delle palestre si confrontavano febbrilmente per chiarire i punti meno chiari. Il gruppo facebook «Riapriamo le palestre» conta 1300 follower che fino a ieri si scambiavano informazioni, dubbi e rassicurazioni alla vigilia della rentrée.

Comunque si riparte. Le palestre non saranno quelle che ricordavamo. Dovranno rispettare le linee guida aggiornate e approvate dalla Conferenza delle Regioni una decina di giorni fa.

La parola chiave è distanziamento: chi si allena dovrà stare ad almeno due metri dagli altri e le lezioni di gruppo dovranno essere a numero chiuso. Per questo motivo sarà essenziale la prenotazione telefonica o ancora meglio attraverso app dedicate, che consentiranno anche di regolare il numero degli accessi alla struttura. Da questo punto di vista sono naturalmente favorite le grandi catene, che già prima dell'emergenza coronavirus avevano sviluppato piattaforme molto efficienti. All'ingresso potrà essere rilevata la temperatura con il termoscanner e le palestre dovranno conservare per quattordici giorni i dati sugli accessi. Ci saranno ovunque erogatori di igienizzanti liquidi. No alle mascherine durante l'allenamento (troppo penalizzanti per una respirazione affannata) ma sì negli altri momenti. Gli attrezzi dovranno essere continuamente sanificati, in particolare dopo l'uso. Anche gli ambienti dovranno essere spesso igienizzati. L'accesso agli spogliatoi dovrà essere scoraggiato (in molti i casi i gestori delle palestre stanno pensando di tenerli chiusi) e farà la doccia soltanto chi non ha la possibilità di andare a casa a farla, come chi è in pausa pranzo. I capi di abbigliamento dovranno essere messi nelle borse anche quando si ha la possibilità di usare un armadietto.

Dovranno essere usate solo scarpe «dedicate».

Nelle piscine dovranno essere garantiti 7 metri quadri per ogni nuotatore e anche eventuali lettini e sdraio andranno distanziati di almeno un metro e mezzo.

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