Intercettazioni, un killeraggio al di là delle prove

Il nome di Lupi è stato dato in pasto alla stampa, che ha provveduto a spalmarlo di palta

Intercettazioni, un killeraggio al di là delle prove

Prologo. Da anni, lustri, decenni s'invoca una disciplina per la diffusione delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Invano. Sono state studiate numerose proposte di legge, alcune sembravano avviate a giungere in porto. Niente: sforzi inutili. Le conversazioni private tra gente indagata o no, indifferentemente, continuano a essere divulgate in violazione del diritto alla riservatezza. Da quando poi esiste l'Authority incaricata di tutelare la privacy, i fatti nostri vengono messi in piazza tramite i mezzi di comunicazione, rovinando reputazioni a tutto spiano.

È evidente che al potere politico non c'è nulla che interessi meno dei cittadini in nome dei quali dovrebbe agire. Ma questa non è una novità, tanto è vero che i partiti non attraversano un periodo di fulgore; anzi, sono evitati dagli elettori come la peste. Il problema dello sputtanamento causato dalla pubblicazione di intercettazioni, che in teoria dovrebbero restare segrete, si ripropone per l'ennesima volta nella presente congiuntura.

Mi riferisco alla vicenda di Maurizio Lupi e compagnia, la solita storiaccia di corruzione autentica o presunta che sia: appalti miliardari, tangenti, scambio di favori. Roba che abbiamo già raccontato con dovizia di particolari e di cui si è capito poco per il semplice fatto che l'inchiesta è appena cominciata. Si tratta di chiarire quali siano i reati e da chi esattamente siano stati commessi. Tuttavia c'è un aspetto dell'intricata questione meritevole di approfondimento. Perché il ministro Lupi, che non è al momento perseguito, viene considerato colpevole dai giornali e dalle televisioni? In base a quali elementi lo inchiodano? Stando ai cronisti, che hanno attinto informazioni - suppongo - dagli atti giudiziari, egli avrebbe raccomandato, profittando del proprio ruolo istituzionale, il figlio neoingegnere, Luca, affinché ricevesse un incarico professionale dalla cricca di imprenditori collusi con funzionari statali. Incarico che il ragazzo avrebbe poi ottenuto.

Non è una bella cosa che un ministro brighi per facilitare la carriera di un proprio erede. Ma è reato? Se lo è, chi lo ha commesso deve essere indagato. Invece Lupi non è sotto indagine. Nonostante ciò, il suo nome è stato dato in pasto alla stampa, che ha provveduto a spalmarlo di palta, perché citato nelle chiacchiere telefoniche tra i suddetti furbacchioni destinati a essere processati. C'è dell'altro a complicare la posizione del ministro, il quale avrebbe avuto in dono abiti di sartoria e un orologio Rolex: una sorta di compenso per avere appoggiato determinate pratiche finalizzate ad arricchire gli amici. Grave. Molto grave.

Tuttavia - ribadisco - Lupi non è indagato. Il che lascia intendere che il suo comportamento, ammesso che sia scorretto, non è stato ancora accertato. Forse valeva la pena di attendere il risultato delle verifiche in corso prima di esporre alla berlina questo signore. Non si è voluto aspettare. Ha prevalso la fretta di diffamarlo in anticipo sui necessari riscontri. In sostanza, sono bastate le intercettazioni allo scopo di mandare al tappeto un uomo, magari non simpaticissimo, ma attualmente non accusato di alcunché. Ciò è sbagliato e incivile, grida vendetta in un Paese che pretende di passare per democratico.

Speriamo almeno che l'incidente serva a sollecitare una definitiva regolamentazione dell'uso mediatico dei dialoghi al cellulare, segreti per definizione, specialmente se privi di rilevanza penale. Per effetto del descritto episodio, sono state chieste le dimissioni del ministro. Possiamo chiamarle intempestive? In teoria sì. Però ricordiamo che Nunzia Di Girolamo fu obbligata a sloggiare dal governo per molto meno, e così Josefa Idem, senza contare l'ostracismo subito da Annamaria Cancellieri. Significa che ormai per fare secco un politico importante è sufficiente un sospetto, un indizio. Delle prove chissenefrega.

Ps: Lupi sul serio ha calpestato una buccia di banana per sistemare il figlio? Tra

poco si saprà. Intanto segnalo che se a tutti gli italiani adusi alle raccomandazioni venissero inflitti - putacaso - gli arresti domiciliari, le nostre città sarebbero deserte. Risolto il problema del traffico stradale.

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