Ci sarebbe un debito da 270mila euro, vantato da un imprenditore edile di origini campane nei confronti della Coam, alla base dell'estorsione ai danni dell'imprenditore Andrea Bacci (nella foto) socio in affari del padre di Matteo Renzi Tiziano Renzi. L'estorsione è culminata negli spari dello scorso gennaio alla sede di un'altra azienda di Bacci, la Ab Florence di Scandicci. Nella serata di lunedì i finanzieri di di Firenze hanno arrestato due persone ritenute responsabili del reato di concorso in estorsione continuata. In manette sono così finiti R.G., pregiudicato catanese di 48 anni, e D.P., di 44 anni, imprenditore originario di Giugliano in Campania (Napoli) ma residente nel Pistoiese.
Entrambi sono ritenuti responsabili delle intimidazioni messe in atto il 23 e 24 gennaio, quando vari colpi d'arma da fuoco avevano raggiunto la Mercedes di Bacci e poi (a distanza di poche ore), le vetrate della AB Florence, pelletteria di Scandicci (Firenze) della quale Bacci è amministratore.
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