Il problema più grande di Renzi è chi gli sta accanto. Che culturalmente non è all'altezza. Parola di Massimo Cacciari. In un'intervista al Fatto Quotidiano il filosofo ex sindaco di Venezia non usa mezzi termini nel descrivere la realtà del Pd. "Quelli della prima Repubblica saranno stati anche fetenti, ma erano colti, leggevano libri", mentre adesso "non c’è passione, manca la cultura, la competenza. Il premier è autocentrato, ha tanta cura per sé e un corteo che lo segue. Spero vivamente che quel corteo possa trasformarsi in qualcosa di meglio. Ma la vedo dura".
E cacciari non ha dubbi: "C’è Renzi e basta. La sua vittoria non si innesta in alcun pensiero forte, tiene il comando in questo presente alla guida di un corteo composto da amici, parenti, affini, qualcuno incontrato per caso in piazza. I ministri, nel senso etimologico della parola, gli portano la minestra. Ha dato alla Boschi, poco più che trentenne, il compito di riformare la Costituzione. E ho detto tutto".
"Renzi vince perchè rappresenta una novitas. C’era Bersani e quel mondo lì, assolutamente indigeribile. Però rischia molto. A Milano lo sa solo Allah come andrà a finire, Roma è tra le macerie, Napoli non pervenuta. Vogliamo parlare di Torino, di quel che c’è a Bologna, di come si è ridotta l’Umbria?", osserva Cacciari, secondo cui "il talento ha bisogno di una squadra, di una struttura che organizzi e spinga in avanti. Di un altro nome forte, almeno uno, che nasca in periferia. Renzi deve correre il rischio.
Non sa chi mettere a Roma, chi mettere a Milano. A Torino c’è Chiamparino, uomo dei miei tempi, a Palermo ancora resiste Orlando, a Catania Enzo Bianco. Capisce il baratro che gli sta davanti?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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