La più nota turista climatica del mondo, Greta Thunberg, stavolta sembra essersi iscritta a uno di quei catastrofici viaggi organizzati da Filini e Fantozzi, di quelli in cui tutto avveniva sempre nei modi e nei tempi sbagliati. La sedicenne svedesina star del green carpet ambientalista stavolta si è trovata fuorigioco un po' per sfortuna un po' per la sua fissazione di non prendere aerei a causa delle loro pesanti emissioni di CO2. Ed è chiaro che quando si decide di viaggiare prevalentemente via mare, la capacità di reagire a eventuali contrattempi è scarsissima.
Greta si trova attualmente negli Stati Uniti, dove è giunta in barca e dove ha incontrato tra gli altri anche Leonardo Di Caprio, scopertosi suo fan. Da lì si sarebbe dovuta spostare, sempre con velistica lentezza, in Cile, dove era in programma COP25, la Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite. All'organizzazione della quale però il governo di Santiago ha rinunciato a causa dell'instabilità provocata dalle furibonde proteste di piazza delle ultime settimane. E così la conferenza si terrà a Madrid, in Spagna, dal 2 al 13 dicembre prossimi. E siccome Greta non può certo mancare alla kermesse, di cui si prevede sia una delle stelle, ha un leggerissimo problema. Riattraversare il mondo e raggiungere l'Europa in un mese.
Così Greta ha fatto un appello sui suoi seguitissimi social, dai toni un po' patetici e un po' involontariamente comici. «Pare - ha scritto - che abbia viaggiato per mezzo mondo in direzione sbagliata. Mi serve aiuto, ho bisogno di trovare un modo per attraversare l'Atlantico a novembre. Se qualcuno potesse aiutarmi a trovare un trasporto, sarei molto grata». Poi in un soprassalto di precoce saggezza, la grata Greta mette le mani avanti per sminare i possibili attacchi social: «Ovviamente non è un problema. Le persone soffrono in tutto il mondo e sto bene qualunque cosa faccia e ovunque io sia. Mi dispiace molto non poter visitare il Sud e il Centro America, non vedevo l'ora. Ma questo ovviamente non riguarda me, le mie esperienze o i luoghi in cui desidero viaggiare. Siamo in un'emergenza climatica ed ecologica. Mando il mio supporto alle persone in Cile». Insomma, un colpo al cerchio e uno alla botte, il personaggio è così, malata di perfezionismo.
Per mare non esiste Blablacar, quindi l'aiuto a Greta è dovuto arrivare da molto in alto, ovvero dal governo spagnolo. «Cara Greta - ha scritto su twitter la ministra spagnola per la Transizione ecologica, Teresa Ribera - sarebbe bello averti qui con noi a Madrid. Hai fatto un lungo viaggio e aiuti tutti noi a sollevare le preoccupazioni, ad aprire le menti e a sostenere le azioni contro i cambiamenti climatici. Ci piacerebbe aiutarti ad attraversare l'Atlantico. Pronta a contattarti per renderlo possibile». Insomma, una soluzione si troverà, o Cile o Spagna purché Greta non si lagna.
E se la nipotina del clima ha qualche cruccio, va peggio alla nonna del clima, l'attrice e attivista Jane Fonda, arrestata venerdì a Washington durante una manifestazione contro gli errori dei politici nell'emergenza climatica. «Stavolta posso essere reclusa per una notte, sarà uno scherzo».
L'attrice, che ha quasi 82 anni e che ha trasformato il suo cappotto rosso fuoco in un simbolo della protesta, manifesta ogni venerdì da un mese a Capitol Hill, a volte in compagnia di altri attori hollywoodiani, e ogni volta finisce in manette.
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