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"Io l'anti-Palamara: Fi è garantista"

Il candidato del centrodestra a Primavalle: "L'ex pm non è il paladino della giustizia"

"Io l'anti-Palamara: Fi è garantista"

Accanto alla sempre più solida ed efficace «diplomazia di Draghi» sta prendendo corpo la «contro-diplomazia della Meloni». Ieri la leader di Fratelli d'Italia era l'unico segretario di partito invitato al panel di Bled in Slovenia e dedicato al futuro dell'Europa. È stata l'occasione per la Meloni di incontrare il padrone di casa, il premier sloveno Janez Jansa, il cui partito fa parte insieme con Fratelli d'Italia del gruppo europarlamentare dei Conservatori riformisti. La leader di FdI ha avuto modo anche di confrontarsi con il premier polacco Mateusz Morawiecki. Incontri che seguono di pochi giorni quello con l'ungherese Orban a Roma. Guarda caso gli ultimi due sono esponenti di spicco di partiti conservatori in crisi con l'originario gruppo di appartenenza dei Popolari europei. Incontri che, come spiegano Carlo Fidenza e Raffaele Fitto (rispettivamente capo delegazione al Parlamento europeo e responsabile Esteri FdI, il primo, e co-Presidente gruppo Ecr, il secondo), «rafforzano il ruolo di Giorgia Meloni nel teatro europeo e confermano il protagonismo di FdI nella costruzione di una più forte alternativa alla sinistra in Europa».

La Meloni ha evocato un'Europa più concentrata su pochi temi. «E chiediamo - dice - una riforma dell'Unione in senso confederale, un'Europa che faccia meno cose e le faccia meglio, che rispetti le specificità nazionali e il principio di sussidiarietà, concentrando la sua azione nei campi in cui davvero può rappresentare un valore aggiunto, lasciando agli Stati nazionali il resto delle competenze. La vicenda afghana ci dimostra ancora una volta che l'Europa non ha una politica estera e di difesa comuni ma in compenso ci riempie di burocrazia». D'altronde colpisce che proprio la posizione di Fratelli d'Italia («aiutare i Paesi limitrofi per l'accoglienza dei profughi afghani») minoritaria in patria sia stata poi votata all'unanimità proprio dal Consiglio europeo dei ministri dell'Interno. «Segno che in sede europea - commenta Fidenza, che con Fitto ha fatto parte della delegazione che ha accompagnato la Meloni in Slovenia - vince il sano pragmatismo invece della retorica delle porte aperte, tanto in voga in Italia».

La Meloni ha anche rifiutato l'idea di una Ue organizzata come «super Stato».

«Il nostro orizzonte - conclude - è una libera cooperazione tra popoli e stati, senza alcuna invece alla centralizzazione di poteri».

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