Roma. Estendere la sanatoria del decreto fiscale anche alle entrate comunali, dall'Imu alla Tasi, all'imposta sulle insegne. È la proposta della Lega in un emendamento al decreto presentata in commissione al Senato. «Con riferimento alle entrate, anche tributarie dei Comuni, non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale, notificati, negli anni dal 2000 al 2017, dagli enti stessi e dai concessionari della riscossione, i medesimi enti locali possono stabilire, entro il termine fissato per la deliberazione del bilancio annuale di previsione, l'esclusione delle sanzioni», si legge nel testo.
Se la proposta verrà accolta, si cercherà di recuperare parzialmente una fetta importante di gettito che sfugge al'Erario. Secondo le stime della relazione presentata nel 2017 dalla commissione sull'evasione fiscale, l'ammontare del tax gap Imu, per gli altri fabbricati diversi dall'abitazione principale (sulla quale non si paga), nel 2012 è stato di 4 miliardi circa, pari al 21,2% del gettito teorico. Nel triennio 2013-2015 è aumentato assestandosi attorno ai 5,2 miliardi di euro, un valore che si attesta attorno al 27% del gettito teorico. Di una simile possibilità di sanare il pregresso si avvantaggerebbero soprattutto i contribuenti meridionali e quelli che abitano nelle grandi città sopra i 250mila abitanti. A livello regionale, infatti, l'indicatore del tax gap dell'Imu varia dal 41,5% del gettito teorico in Calabria al 12,9% in Valle d'Aosta e presenta valori più elevati nelle Regioni meridionali. In particolare, si evidenziano i «picchi» di Campania (38,4% del gettito teorico), Lazio (35,5%) e Basilicata (34,1%). Valori più bassi si osservano, invece, in Emilia Romagna (17,8%), in Liguria (19%) e in Lombardia (21,1%). Come detto, la tendenza a non versare l'imposta cresce all'aumentare della popolazione del Comune ed è pari al 14,1% del gettito in quelli con meno di 500 abitanti e raggiunge il 32% in quelli con più di 250mila abitanti. se l'emendamento venisse approvato, si tratterebbe di una conferma della necessità di allargare le maglie di una pace fiscale «azzoppata» dall'esclusione della voluntary disclosure sugli asset esteri non dichiarati e della non punibilità per gli aderenti alla sanatoria.
Al decreto fiscale sono stati presentati 578 emendamenti, in larga parte dell'opposizione. Quelli della maggioranza sono in tutto un centinaio. Lega e M5S sono comunque a favore di un ampliamento della rottamazione, che dovrebbe diventare extralarge e comprendere anche avvisi bonari ed errori formali, includendo anche gli omessi versamenti. Non compare, invece, tra gli emendamenti la pace fiscale sulle cartelle per chi si è trovato in difficoltà, proposta che potrebbe arrivare come emendamento del governo o del relatore quando sarà ultimata.
Il Carroccio ha chiesto anche una stretta sugli evasori seriali dell'Rc auto, che se beccati più volte rischiano non solo il raddoppio delle sanzioni ma anche il fermo dell'auto e la
sospensione fino a due mesi della patente. Altra richiesta targata Lega quella di introdurre una nuova tassa, che vada a rimpinguare il Fondo infrastrutture, da applicare su tutti i trasferimenti in denaro in Paesi extra Ue.GDeF
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