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Iran, torna in cella la Nobel Mohammadi. Strattonata e arrestata mentre era sul palco

In carcere per la tredicesima volta. Era libera per motivi di salute. Presa alla cerimonia funebre di un attivista

Iran, torna in cella la Nobel Mohammadi. Strattonata e arrestata mentre era sul palco
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Narges Mohammadi è vestita di bianco. Sale sul palco, saluta la folla al microfono, senza indossare l'hijab. Canta il nome di Majidreza Rahnavard. Majidreza è un uomo impiccato a una gru durante un'esecuzione pubblica nel 2022 dal regime di Teheran. La gente grida slogan: "Morte al dittatore" e "lunga vita all'Iran". Poi qualcuno la strattona per un braccio, la invita a scendere. Le immagini quindi si confondono. Ma è tutto chiaro. La più famosa attivista d'Iran e Nobel per la Pace è stata arrestata dalla polizia. Si trovava a Mashhad per commemorare un avvocato trovato morto nel suo ufficio in circostanze poco chiare. Stava partecipando all'Hafteh di Khosrow Alikordi, la cerimonia che si fa dopo sette giorni dal decesso di una persona. Alikordi era un avvocato che difendeva gli attivisti e i giovani manifestanti incarcerati dalla Repubblica islamica. Con Mohammadi sul palco c'erano altri compagni di lotta, alcuni di loro sono stati pure fermati.

Narges Mohammadi, 53 anni, ha ricevuto il premio Nobel nel 2023 per i suoi trent'anni di lotta per la democrazia nella Repubblica Islamica. Ha trascorso anni dietro le sbarre e ha attirato l'attenzione mondiale per aver denunciato l'oppressione delle donne, la tortura dei dissidenti sotto la teocrazia iraniana. Ha sostenuto anche l'ondata di proteste scatenate dalla morte nel 2022 di Mahsa Amini, una ragazza curda di 22 anni, picchiata a morte dalla polizia morale, perché non indossava correttamente il velo. Allora le donne sfidarono il governo. Si rifiutarono di indossare l'hijab.

Ma torniamo a Mohammadi. Al momento del suo arresto era uscita di prigione grazie a una sospensione della pena per motivi di salute. Ha subito diversi infarti durante la detenzione, prima di essere sottoposta a un intervento chirurgico d'urgenza. Alla fine del 2024, il suo avvocato ha rivelato che i medici avevano scoperto una lesione ossea che temevano fosse cancerosa, poi rimossa. Mohammadi è stata incarcerata 13 volte e condannata cinque volte. I suoi sostenitori avevano avvertito che rischiava di tornare in prigione. Prima del suo rilascio, lo scorso dicembre, era in carcere dal novembre 2021 per la sua campagna contro la pena di morte e l'obbligo dell'hijab. La pena avrebbe dovuto essere sospesa per tre settimane, ma la sua libertà si è prolungata. Attivisti e potenze occidentali hanno fatto pressione sull'Iran affinché la lasciasse libera. Nell'ultimo anno, ha continuato a mantenere un atteggiamento di sfida.

Ha partecipato a proteste pubbliche ed è apparsa sui media internazionali, tra cui una manifestazione di fronte al famigerato carcere di Evin a Teheran, dove era stata detenuta. Ingegnere di formazione, Mohammadi in totale dovrebbe scontare ancora più di 30 anni di carcere e 154 frustrate.

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