
La Commissione per il riordino della riscossione ha inviato nei giorni scorsi una proposta alla Conferenza unificata delle Regioni di dare potere di accesso all'Agenzia delle Entrate alle informazioni sui conti correnti. Ma ieri il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (in foto), è stato chiaro: "È una vecchia proposta che rimarrà una proposta. Non è ancora arrivata. Ovviamente, quando arriverà, leggerò. Però non credo proprio ci siano le condizioni per fare una cosa del genere", ha commentato con i cronisti alla Camera.
Di certo, il cantiere della manovra inizia a lavorare a pieni giri e con esso anche quello di possibili interventi sul fronte fiscale. Con Giorgetti sta lavorando la viceministra dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Vannia Gava, per cercare di portare al 50% le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni anche nel 2026, oggi al 36 per cento. "E valutiamo di rendere possibile l'usufruirne in 5 anni anziché 10, rendendo l'ecobonus più immediato e conveniente. Con queste misure vogliamo aiutare le famiglie, sostenere l'edilizia, settore chiave per l'economia, e promuovere la riqualificazione delle città, nel rispetto delle risorse pubbliche", ha spiegato Gava.
Governo e maggioranza si stanno concentrando sulla volontà di venire incontro al ceto medio. "Ci si vuole muovere soprattutto nella fascia da 28.000 a 50.000 euro e quindi portare aliquota dal 35% al 33% ed eventualmente allargarci a 60.000 euro", ha detto il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, partecipando a Speciale Telefisco del Sole 24 Ore. Leo ha ricordato che il nodo è soprattutto quello delle risorse: "Aspettiamo i dati Istat sui conti economici nazionali" che saranno diffusi il 22 settembre e serviranno al Tesoro per definire il Documento programmatico di finanza pubblica. "La misura ha aggiunto - interesserebbe 13,6 milioni di contribuenti" e si muoverebbe "sulla falsariga di quello che abbiamo sempre detto anche nella delega fiscale, e l'abbiamo già realizzata per i redditi medio bassi, dove abbiamo fatto un intervento periodico, quindi congiunturale solo per il 2024 e abbiamo reso strutturale questa misura, dal 2025 in poi".
Quanto, infine, al terzo settore, la sfida è quella dell'Iva: "Su questo ci stiamo impegnando anche col dialogo con l'Unione Europea, spero di poter dare una bella notizia, vale a dire di differire in un lasso temporale molto molto ampio il passaggio da un meccanismo di esclusione che è oggi previsto e dovrà essere modificato dal primo gennaio 2026, si dovrebbe passare all'esenzione con tutto ciò che ne deriva, adempimenti, pensiamo a tutte le piccole realtà, associazioni sportive, piuttosto che enti religiosi".