Pasquale Napolitano
Più che imbarazzo è un fallo di reazione. Il Pd reagisce malissimo alla decisione della capogruppo dei dem nel consiglio comunale di Verona, Carla Padovani, di votare, in libertà di coscienza, insieme alla maggioranza di centrodestra a favore della mozione per dichiarare Verona «città a favore della vita» e per inserire nell'assestamento di bilancio fondi per iniziative e associazioni contro l'aborto.
Il Consiglio comunale della città scaligera ha dato il via libera al documento della Lega con la sottoscrizione del sindaco Federico Sboarina. Ai venti voti del centrodestra si è aggiunto quello dell'esponente del Pd. Dal segretario Maurizio Martina al governatore del Lazio Nicola Zingaretti: tutti i big si sono scagliati contro la capogruppo del Pd a Verona. Al Nazareno non tollerano che militanti o rappresentanti delle Istituzioni, con in tasca la tessera del Pd, possano, liberamente, mettere in discussione alcuni totem del manifesto ideologico della sinistra. Eppure, ufficialmente, pubblicamente e in base allo statuto, il Pd concede libertà di coscienza ai propri iscritti sui temi etici. Ma poi alla prova dei fatti «sbrocca». «Non mi aspettavo tutte queste polemiche. Sull'aborto è un fatto di coscienza. Il codice etico del Pd del 2008 parla all'articolo 2 di libertà di coscienza. Faccio quindi riferimento a questo. La legge 194 ha 40 anni, è nata prima del Pd. Su questa legge non mi pare che ci sia una linea chiara del partito. Questo è un classico voto di coscienza. La difesa della vita è un valore universale», commenta la Padovani in un'intervista al Tg2000.
Scomposta e nervosa la reazione di Martina: «La legge 194 a difesa delle donne e della maternità consapevole non si tocca. Chi vuole ricacciare il Paese nel passato degli aborti clandestini, deve sapere che tutto il Pd si è battuto e si batterà sempre per difendere questa conquista di civiltà a tutela della libertà e della salute delle donne». Zingaretti parla di «colpi di mano sulla 194».
La renziana Alessandra Moretti chiede addirittura le dimissioni della consigliera dissidente: «È un episodio gravissimo perché un consiglio comunale non può votare contro una legge dello Stato». Essere liberi in casa Pd è lesa maestà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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