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Italia maglia nera della Ue sull'Iva: nel 2016 persi quasi 36 miliardi

Siamo invece terzi per divario tra gettito previsto e riscosso

Italia maglia nera della Ue sull'Iva: nel 2016 persi quasi 36 miliardi

Roma La manovra economica è soprattutto una questione politica. È il tentativo di mantenere le più importanti promesse elettorali senza perdere l'equilibrio. È un gioco di limiti e forzature, con un vincolo di bilancio molto stretto che rende l'impresa al limite del possibile. Salvini cerca di dare una risposta a commercianti e artigiani, un mondo in cerca di un leader politico. Di Maio punta a premiare tutte le famiglia disagiate. Questo significa che la Lega si gioca la carta delle tasse, da tagliare e i Cinque stelle l'assistenzialismo, con quello che chiamano reddito di cittadinanza. Tocca al ministro dell'Economia Tria trovare i soldi per far convivere capra e cavoli, senza aumentare l'Iva. A sostegno di Tria arrivano le prediche della Commissione Ue al governo italiano. L'Europa certifica che anche nel 2016 l'Italia è stata la prima per l'evasione di Iva, in valore nominale. Alle casse dello Stato sono venuti a mancare 35,9 miliardi. Nessuno in Europa perde così tanto.

L'Italia è invece terza per il maggior divario tra gettito previsto e riscosso con il 25,9%, dietro solo a Romania (35,88%) e Grecia (29,2%). Rispetto al 2015 c'è stato un lieve miglioramento in termini, in quanto l'evasione si è ridotta dello 0,23% scendendo dal 26,13%, anche se in termini nominali (35,7 miliardi) c'è stato un piccolo aumento. Il messaggio è chiaro. Non potete abbassare le tasse fino a quando l'evasione si mantiene a questi livelli. Il governo fa invece un ragionamento diverso: le tasse troppo alte, sui consumi come sul reddito, sono la prima causa di evasione. Buona parte delle famiglie e delle aziende non pagano perché non hanno soldi. La prima mossa diTria è semplificare le cose, con una riforma delle aliquote fiscali. «Siamo allo stadio avanzato di un piano che semplifichi l'imposta». Di fatto l'ipotesi più probabile sul campo è quella che porterebbe le aliquote da cinque a quattro. Il primo scaglione, quello fino a 15 mila euro al 23% verrebbe ridotto.

I due scaglioni intermedi invece saranno accorpati creando una fascia unica che include quello al 27 per cento tra i 15mila e i 28mila euro e quello al 38 per cento tra i 28mila e i 55mila euro. Allo stesso tempo va sottolineato che con il nuovo piano Irpef verrebbe riassorbito il bonus di 80 euro renziano. Il bonus diventerebbe una detrazione.

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