In Italia è psicosi da tampone tra file infinite e risse in coda. "Stanno finendo i reagenti"

File interminabili di auto si sono registrate, anche ieri, a Milano, all'esterno degli ospedali dove si effettuano i tamponi per la rilevazione del Covid-19

In Italia è psicosi da tampone tra file infinite e risse in coda. "Stanno finendo i reagenti"

File interminabili di auto si sono registrate, anche ieri, a Milano, all'esterno degli ospedali dove si effettuano i tamponi per la rilevazione del Covid-19, con code di chilometri ai centri che utilizzano il cosiddetto sistema «drive-through» e attese di ore davanti a farmacie e laboratori. Cittadini esasperati, stremati dal freddo e dall'attesa sono arrivati addirittura a scatenarsi in risse, tanto che è stato necessario l'ausilio delle forze dell'ordine. Dalle 7 di ieri la polizia locale ha impegnato delle pattuglie per gestire la circolazione bloccata nei dintorni degli ospedali Buzzi, San Carlo, San Paolo e dell'hub in via Novara, dove il serpentone arrivava fino allo svincolo della Tangenziale Ovest. Da Nord a Sud la situazione è la stessa: centinaia in fila in auto per il tampone e traffico in tilt a Giugliano, in provincia di Napoli. Non solo nelle strade limitrofe all'ospedale San Giuliano, ma anche lungo le statali che collegano tutti i comuni dell'area Nord di Napoli. Da alcuni giorni il presidio ospedaliero è preso da assalto da migliaia di cittadini dell'area Nord che dopo le festività hanno deciso di sottoporsi a test per sintomi o per contatti con positivi.

«Ormai siamo diventati il tamponificio Italia. I tamponi sono diventati come le Zigulì o i preservativi. Li prendi quando vuoi, al banco, li puoi ordinare sul web e te li fai addirittura da solo. Che senso ha tutto questo? - si chiede il direttore della clinica Malattie infettive del San Martino e professore presso l'università di Genova Matteo Bassetti - Il rapido può dare falsi negativi (fino al 40% dei casi), falsi positivi e in ogni caso offre un'istantanea del momento in cui è stato fatto. Torniamo a fare i tamponi ai sintomatici e finiamola con questo sistema che rischia di paralizzare il nostro Paese». Non solo, «c'è un dubbio che finiscano i reagenti e anche i tamponi perché qualche segnale sta arrivando dai mercati» avverte Luca Zaia, presidente del Veneto. Allarme rilanciato dall'Ordine dei Medici di Roma: «Bisogna aumentare gli approvvigionamenti di reagenti. Ma forse è arrivato il momento di rendere obbligatoria la vaccinazione anti Covid» per il presidente Antonio Magi.

La psicosi da tamponi sta portando la tensione alle stelle. Come successo la sera della Viglia a Perugia, dove un cittadino ha aggredito il farmacista alla notizia che i tamponi fai da te erano esauriti.

Numeri alla mano in Italia si è arrivati a quota un milione di test al giorno, di cui un quinto circa in Lombardia. È in questa Regione che si stanno registrando la maggior parte delle criticità tanto che la Lombardia ha messo in campo una task force per cercare di aumentare l'offerta dei test e regole più stringenti. Domani sarà attivo un nuovo centro tamponi massivo a Gallarate (Va), mentre vengono progressivamente aggiunte 8 nuove linee al centro di Trenno a Milano ed è in fase di allestimento un nuovo punto a Rho-Fiera Milano. In campo anche le aziende ospedaliere, le farmacie, i medici di base e i pediatri di libera scelta cui è stato chiesto uno sforzo aggiuntivo. Fatte salva la denuncia dei medici per il malfunzionamento del portale gestito da Ats Milano per le prenotazioni.

In Lombardia è emerso un enorme problema organizzativo se è vero che la Regione aveva autorizzato la richiesta del tampone con semplice foglio di ricettario o e-mail del medico per ovviare alle difficoltà del portale, gli hub non lo riconoscono come prescrizione valida. Quanto al nuovo ordine di priorità per poter richiedere il test: i casi sintomatici, il certificato di guarigione, i contatti stretti per fine quarantena, sorveglianza scuole e rientro dall'estero, green pass.

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