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"In Italia si criminalizza l'avversario. Ecco la figura idonea per il Colle"

Il figlio dell'ex premier fa il punto sulla corsa al Quirinale e traccia l'identikit del prossimo presidente della Repubblica

"In Italia si criminalizza l'avversario. Ecco la figura idonea per il Colle"

Chi è stato tre volte presidente del Consiglio è da considerare un patrimonio della nazione, non un nemico. Bobo Craxi, commentando i toni durissimi utilizzati da Travaglio verso Silvio Berlusconi, definito addirittura garante di corruzione e prostituzione, non solo definisce la persecuzione verso un ottantenne grottesca, ma ritorna sulla nota vicenda delle monetine che ha riguardato il padre e spiega come anche allora gran parte della colpa fu di una stampa che esaltò quel fatto come un qualcosa di positivo.

Si accende la corsa al Colle. Tanti i nomi nel calderone, quale incarna di più l’idea socialista?

«Il presidente della Repubblica non deve incarnare un’idea politica, ma deve essere garante della Costituzione. Non deve coincidere con una parte ideologica. Se prevale una figura laica meglio. L’alternanza tra un laico e un cattolico sarebbe la cosa migliore. Mi sembra giusto che anche una minoranza possa avere una sua espressione nella più alta carica dello Stato».

A suo parere chi può spuntarla davvero?

«Non ho idea. Sembra che vi sia una convergenza sul fatto che non debba essere un presidente a maggioranza semplice, ma massima espressione del Parlamento, anche se quest’ultimo in realtà da tempo è delegittimato. Ci vorrebbe una figura in qualche modo istituzionale, qualcuno che abbia già ricoperto ruoli importanti».

Pur avendo un’idea diversa da Berlusconi, cosa ne pensa di una sua discesa in campo?

«Ha ricoperto delle cariche istituzionali e quindi merita di essere parte della rosa».

Può davvero spuntarla? Ha la possibilità di recuperare senza partito e grillini delusi?

«Se fosse stata una candidatura istituzionale, come d’altronde meriterebbe, sarebbe andata molto meglio. Chi è stato tre volte presidente del Consiglio è da considerare un patrimonio della nazione. E’ stato commesso qualche errore nel presentarlo. Rimane, tuttavia, un candidato che rientra nelle caratteristiche a cui prima facevo riferimento».

Sarebbe disposto a votare Berlusconi, ma soprattutto condivide il fango o meglio ancora quanto detto da chi lo accusa di essere garante di corruzione e prostituzione?

«Non sono in grado di votare nessuno. Il problema della mia preferenza personale non si pone. Semmai nel corso innovativo di cui tutti parlano, ma nessuno sa di cosa si tratta da trent’anni a questa parte, avrei chiamato in causa il popolo italiano. Avrei promosso dei sondaggi per capire l’orientamento dei cittadini. Detto ciò, trovo che la persecuzione verso Berlusconi, addirittura oggi che ha superato gli ottanta anni, sia diventata grottesca».

La sorprende che uno storico esponente di centrosinistra come Violante definisce il linguaggio di Travaglio volgare e inutile?

«Qualsiasi persona di buon senso, come Violante, si rende conto che il limite è stato oltrepassato. La criminalizzazione dell’avversario è una prerogativa della politica italiana da trent’anni e nessuno ha voluto frenare un treno che è andato avanti senza che durante la corsa fosse applicata una correzione. Chi è causa del suo male e mi rivolgo agli italiani pianga sé stesso».

Oggi si chiedono le firme per non far candidare qualcuno, domani magari si lanciano le monetine. Non le sembra un film già visto?

«La raccolta firme lascia il tempo che trova, così come si raccolgono quelle contro si trovano quelle a favore. Sulle monetine, in Italia, ho visto solo un episodio del genere. Non ne ricordo altri. Quanto accaduto allora fu ignorato da gran parte della stampa e addirittura in certi casi fu esaltato come un fatto positivo».

Un passaggio cruciale per il Paese come l’elezione del prossimo presidente della Repubblica non dovrebbe dipendere dalla sola volontà dei parlamentari?

«Il capo dello Stato è anche capo delle forze armate. Riguarda, quindi, anche i nostri alleati militari. Diciamo che è una figura politica che ha che vedere con il ruolo dell’Italia nel mondo. Non si tratta, quindi, di una scelta casareccia. Da qui a immaginare influenze sui parlamentari che rappresentano il corpo elettorale ce ne vuole. Sono necessarie figure che abbiano già dato garanzie di stabilità, di coerente allineamento con la posizione italiana rispetto alla scena internazionale. Alleanza atlantica e adesione all’Unione Europea sono le priorità.

Fuori da questo contesto ci troveremo dinanzi a figure inidonee a ricoprire la carica».

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