Stranieri in aumento: in Italia ormai sono uno ogni dieci abitanti. La soglia psicologica è stata superata: al 1° gennaio 2018 i non italiani presenti nel nostro Paese erano 6 milioni e 108mila, su una popolazione di 60 milioni e 484mila residenti. Lo ha certificato l'Ismu, fondazione che è un'autorità scientifica in materia, presentando a Milano il suo ventiquattresimo Rapporto sulle migrazioni (il responsabile settore Statistica è Giancarlo Blangiardo, demografo dell'Università Bicocca destinato alla presidenza dell'Istat).
Lo sfondamento del dato simbolico - più di uno straniero ogni dieci abitanti - è dovuto all'aumento della popolazione straniera. L'incremento rispetto al 2017 è stato del 2,5%, causato soprattutto dalla componente irregolare (cresciuta dell'8,6%), pari a 533mila stranieri. E questa è la seconda notizia del rapporto: gli irregolari sono in aumento. L'Italia, comunque, non è più il primo Paese di approdo dei migranti. Il «primato» è stato ceduto alla Spagna, dove sono arrivati più del doppio degli stranieri. In Italia, nei primi sette mesi del 2018 è continuato il rallentamento degli sbarchi che in realtà era già iniziato nella seconda metà del 2017 e che aveva portato alla fine dello scorso anno a un bilancio - in nuovi arrivi - di 119mila persone, con un calo del 34% rispetto al 2016. Il «record» è passato alla Spagna, dove dal 1° gennaio all'11 novembre 2018 sono arrivati 55mila migranti (di cui 49mila via mare e 6mila via terra), più dei 29mila giunti in Grecia e dei 22mila sbarcati fino al 19 novembre in Italia.
Per quanto riguarda le provenienze totali, il 71% degli stranieri residenti in Italia è rappresentato da cittadini dei paesi extra Ue, che sono in totale 3 milioni e 582 mila, mentre poco meno di 1,1 milioni proviene da Paesi europei extra Ue, soprattutto Albania, Ucraina e Moldova e altrettanti dall'Africa, specie da Marocco, Egitto, Nigeria, Senegal e Tunisia, con un aumento durante il 2017 degli stranieri provenienti da realtà sub sahariane come Guinea (+63%), Mali (+30%), Nigeria (+20%), Costa d'Avorio (+16%) e Somalia (+12%).
L'Ismu sottolinea come le acquisizioni di cittadinanza italiana, che nel 2017 sono state 147mila, siano destinate a persistere nel tempo. L'istituto stima che nei prossimi dieci anni i nuovi cittadini saranno tra 1,6 e 1,9 milioni. Sul fronte dell'integrazione, nel 2017 le acquisizioni di cittadinanza italiana nel 2017 sono state 147mila e il trend si rafforzerà nel tempo. Quanto al mercato del lavoro, gli stranieri occupati sono circa due milioni e 423mila, su una popolazione complessiva di occupati in Italia che è pari a poco più di 23 milioni. La disoccupazione è diminuita per il terzo anno consecutivo e questa volta in modo più consistente, sia in valori sia assoluti (-30mila) che percentuali (-7,1%). Aumenta per contro la componente inattiva tra gli stranieri in età lavorativa (15-64 anni), che nel 2017 era pari a un milione e 149mila persone. E resta forte la disparità salariale: la paga media degli stranieri è inferiore del 35% rispetto a quella degli italiani.
Sul fronte scolastico, dopo la «crescita zero» del 2015, nell'anno 2016-17 gli alunni stranieri sono tornati ad aumentare e hanno raggiunto il numero di 826mila (+11mila), pari al 9,4% popolazione scolastica. La Lombardia resta la regione con più alunni stranieri (quasi 208mila presenze).
Per contro l'incidenza dei «Neet» - i giovani che non studiano, né lavorano per cui l'Italia ha il primato europeo - è notevolmente più elevata tra gli stranieri (34,4% contro il 23% degli italiani) e questo dato è dovuta soprattutto alla componente femminile (44,3% per le donne straniere contro 23,7% per le italiane).
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