Italiani pigri (ma non troppo)

Siamo al 13°posto nella classifica dei camminatori

Italiani pigri (ma non troppo)

Quelli che non trottano, non marciano, non camminano affatto: quelli che percorrono pochissimi passi (lo dice il «contapassi» dello smartphone) ogni giorno. I più pigri in questa singolare classifica, stilata dall'Università di Stanford, sono gli indonesiani, che in media raggiungono 3.513 passi al giorno. Al polo opposto, gli abitanti di Hong Kong, che camminano abbastanza da percorrerne circa il doppio: ben 6.880 passi a marcare la loro propensione al fitness, al sano sacrificio, a quel contatto ancora fisico col suolo che buona parte della popolazione mondiale sembra tenere in secondo piano. E noi? In una classifica di 46 Paesi, l'Italia è al tredicesimo posto (5.296 passi al giorno): né in vetta né in coda, ma comunque in una posizione che sfata lo stereotipo della pigrizia, della sedentarietà, dell'amore smodato per le scorciatoie. Prima dell'Irlanda e dopo la Gran Bretagna.

Uno studio basato sull'attività di 717mila persone, munite di accelerometri incorporati negli smartphone, che si basa sul monitoraggio di 111 Paesi (la classifica stilata, però, tiene conto solo delle 46 nazioni dove sono stati raccolti i dati anonimi di almeno mille utenti). I risultati illustrano correlazioni con i livelli di obesità, ma anche con gli spazi adibiti all'attività motoria, cioè molto semplicemente le aree pedonali dei vari luoghi. Se siano più sedentari gli uomini o le donne? La ricerca, pubblicata anche dalla rivista Nature, dice che i Paesi dove si cammina meno sono anche quelli dove si registra un maggiore gap nell'attività fisica tra i due sessi. E le donne sarebbero più inattive del resto della popolazione: dunque, più esposte al rischio di obesità. Un gap, quello tra l'emisfero rosa e quello maschile, che aumenta negli Stati Uniti e Arabia Saudita (considerati abbastanza sedentari), e decresce in Svezia e Giappone, dove si cammina di più, e i livelli di obesità sono più gestibili.

Tanti i disturbi legati alla sedentarietà e ancora troppo bassa la coscienza del rischio. Quello che al principio sembrava un accessorio esuberante, cioè il contapassi oggi incorporato nei telefoni cellulari, traduce in numero una tendenza la pigrizia, o l'impedimento di qualunque genere a muoversi poco che mette a repentaglio la salute psicofisica, aumentando anche l'inclinazione a patologie depressive e attacchi d'ansia. Consigliatissima, dunque, l'assunzione di un'abitudine semplice e utile: contare con un'applicazione elettronica quanto tendiamo a star fermi e quanto invece ci sottraiamo alla via più facile.

Ma nelle città con maggior numero di aree pedonali l'attività fisica registrata vale per tutte le ore del giorno, durante la settimana e nel weekend: indice di un grande incoraggiamento a investire fiato e gamba negli spostamenti. Lo fanno tanto i giovani quanto gli anziani. E la salute ringrazia.

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