Il risultato delle regionali di oggi è annunciato. Non solo per la vittoria dei due esponenti del Pd Bonaccini ed Oliverio, ma anche per quella che si va profilando come una decisa sconfitta di un Grillo che la partita questa volta non l'ha neanche giocata. Di più: salvo alcune sporadiche incursioni, come l'apparizione a sorpresa di venerdì a Bologna davanti a poche decine di sostenitori, il comico genovese ha volutamente scelto di restare in disparte, così da non mettere la faccia su quello che rischia di essere un flop.
Certo, il M5S non finisce oggi, anche perché il partito di Grillo e Casaleggio conta molto sul voto d'opinione, più facile da raccogliere alle politiche. Senza dubbio, però, sono lontani i fasti delle amministrative del 2012, quelle che a maggio celebrarono l'ascesa di Pizzarotti a Parma e a ottobre la vittoria di Crocetta in Sicilia con il M5S primo partito dell'isola.
Quella che fino ad oggi è stata definita «antipolitica», dunque, sembra arretrare. Perché per molti versi ha deluso una parte di chi aveva sperato che davvero potesse cambiare qualcosa mandando in Parlamento i cosiddetti «cittadini», pagando - forse - anche una strategia che ha tenuto il M5S lontano da qualunque decisione di rilievo. Un approccio che pare stia mutando nelle ultime settimane, con i grillini che prima fanno asse con il Pd su Consulta e Csm e poi convergono sui voti per il divorzio breve e la responsabilità dei magistrati. Piccoli segnali del fatto che pure Grillo, forse, sta mettendo in discussione il suo restare a forza alla finestra. Un metodo sterile soprattutto se, come sembra, fra pochi mesi il Parlamento sarà chiamato a votare il successore di Napolitano.
Ma la cosiddetta «antipolitica» che Grillo rappresenta arretra anche perché la protesta si sta spostando, da una parte sul sociale e dall'altra sulla politica. A sinistra, infatti, la Cgil ha portato in piazza l'insoddisfazione di un pezzo consistente del suo elettorato.
Lo ha fatto con la manifestazione del 25 ottobre e tornerà a farlo il 12 dicembre con lo sciopero generale. A destra, invece, è la Lega di Salvini a raccogliere la battaglia sull'euro o sull'immigrazione, tanto dal giocarsi in Emilia-Romagna la partita del sorpasso su Forza Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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