Cronache

Ma un italiano su 4 resta contrario

Il popolo No Vax cresce tra i 5s. Le richieste di chiarezza

Ma un italiano su 4 resta contrario

I no-vax sono sospettosi: qualcuno credendo anche a ciò che qualche tempo fa dichiarò Beppe Grillo è certo dell'esistenza di oscure trame per sottomettere le popolazioni attraverso chissà quale sostanza inoculata nel corpo. Qualcun altro, più semplicemente, non si fida delle case farmaceutiche e teme che il vaccino sia comunque dannoso. Sono tanti: non la maggioranza, ma una cospicua e agguerrita minoranza. Negli ultimi giorni sono stati svolti al riguardo numerosi sondaggi: i risultati non sono sempre gli stessi (dipende specialmente dal modo con cui il quesito è stato formulato e dal momento in cui è stato posto), ma si collocano tutti entro un intervallo abbastanza preciso, che va dal 25 al 35%, vale a dire grossomodo da un quarto a un terzo degli italiani adulti.

In particolare, Emg indica il 21%, Index Research il 23%, mentre Euromedia stima attorno al 25%. Altri istituti suggeriscono l'esistenza di una incidenza maggiore: Termometro Politico calcola circa un terzo della popolazione, così come fa Swg che rileva come il 34% sia oggi contrario a vaccinarsi, anche se molti di costoro (21%) lo faranno comunque se sarà obbligatorio.

Nell'insieme una quantità notevole di cittadini, sostenuta dal fatto che lo scetticismo risulta comunque diffuso: quasi la metà degli italiani (47%, dato Swg) - e quindi anche parte di chi non è no-vax ritiene che in ogni caso non ci sono informazioni sufficienti sul grado di sicurezza del vaccino. C'è, insomma, una diffusa perplessità.

La diffusione dei no-vax è relativamente maggiore tra i più giovani, mentre tra i più anziani, che, come si sa, sono più esposti al rischio letale del contagio, l'avversione al vaccino risulta in qualche misura inferiore. Più spaventate e dunque contrarie sono le donne e le popolazioni del Sud. Dal punto di vista dell'orientamento politico, uno studio qualitativo di Eumetra ha mostrato la presenza di no-vax nell'elettorato di tutti i partiti, con però una significativa accentuazione tra chi vota per il M5S (coerentemente alle posizioni di Grillo che abbiamo ricordato sopra).

Oltre ai nemici del vaccino in assoluto, esistono poi quelli che potremmo chiamare i «prudenti»: chi cioè è disponibile a vaccinarsi solo in un secondo momento, dopo che una prima quota di popolazione, più coraggiosa, avrà sperimentato su se stessa gli effetti del medicamento. Sempre Swg ci informa che questi sono circa un terzo dei disponibili (mentre secondo Emg sono più della metà).

È necessario agire contro i no-vax al fine di garantire il livello complessivo di salute della popolazione? Una quota significativa, anche se non maggioritaria (45% per Index Research, 37% secondo Emg) ritiene che il vaccino dovrebbe addirittura essere obbligatorio. Ma al di là di questo, la maggioranza (57%, dato Swg) sostiene che è comunque opportuno sottoporre chi si rifiuta di vaccinarsi a misure restrittive nella fruizione dei servizi.

È una proposta che appare ragionevole: i no-vax hanno certo il diritto di esprimere la loro opinione, ma non possono impedire che gli effetti di quest'ultima si trasformino in una seria minaccia per la salute della maggioranza dei cittadini.

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