Guerra in Ucraina

Kaliningrad, Mosca alza la tensione con L'Ue. La Finlandia: "Pronti a combattere se attaccati"

La Russia: "Risposta non diplomatica, pronti a staccare l'elettricità a Vilnius". Berlino: "Difenderemo i paesi Nato orientali". Zelensky chiede il settimo pacchetto di sanzioni

Kaliningrad, Mosca alza la tensione con L'Ue.  La Finlandia: "Pronti a combattere se attaccati"

Mosca non vuole nemmeno sentir parlare di «soluzione per vie diplomatiche» e alza i toni, minacciando di tagliare le forniture di elettricità alla Lituania, ancora dipendente per il suo fabbisogno da una rete che la collega alla Russia. Monta il caso Kaliningrad, terra russa (ma in territorio Nato) dove il governo lituano ha interrotto da qualche giorno l'arrivo di merci dalla Russia, e che sarà anche sul tavolo del vertice europeo che inizierà oggi.

La questione, che potrebbe essere il pretesto per far degenerare il conflitto e chiamare ufficialmente in causa l'occidente, finirà sul tavolo del Consiglio Europeo. Le sanzioni - sostiene una fonte diplomatica - non sono mai state disegnate per colpire beni in transito da una parte del territorio russo a un'altra. «Mosca - sostiene la fonte - sta sfruttando la situazione per incolpare l'Ue di un blocco ma non è così».

Gli Stati europei cominciano a prendere posizione, soprattutto quelli che si sentono militarmente minacciati dalla Russia, a cominciare dalla Finlandia, che si dice pronta a difendersi. «Abbiamo sviluppato la nostra difesa militare esattamente per questo tipo di guerra che viene combattuta in Ucraina - dichiara il capo di Stato maggiore dell'esercito di Helsinki, Timo Kivinen - con un uso massiccio di armi di potenza di fuoco, forze blindate e anche forze aeree. L'Ucraina è stata un boccone difficile da masticare e lo stesso sarebbe la Finlandia».

Anche Berlino è pronta a difendere i paesi della Nato orientale continuando a fornire armi all'Ucraina e, alla vigilia del G7 programmato da domenica sotto la presidenza tedesca, il cancelliere Olaf Scholz si dice «assolutamente convinto che dal summit della Nato arriverà un segnale di coesione e determinazione. Con una nuova impostazione strategica renderemo la Nato all'altezza delle sfide del futuro». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede il prima possibile il settimo pacchetto di sanzioni dell'Unione europea. «Un'altra minaccia russa alla Lituania - dichiara Zelensky - un'altra ondata di pressione energetica, un'altra serie di bugie dei funzionari russi sulla crisi alimentare sono tutti argomenti per concordare il settimo pacchetto di sanzioni».

Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha intrattenuto una conversazione telefonica con l'omologo greco, Kyriakos Mitsotakis, in vista del vertice della Nato della prossima settimana. Secondo quanto riferito dal governo di Londra, le due parti hanno convenuto che sarà un momento cruciale per la coesione dell'Alleanza a sostegno della sovranità ucraina. Johnson sostiene che la comunità internazionale abbia bisogno di «spostare il controllo sull'Ucraina per porre fine alle sofferenze del popolo ucraino e all'impatto devastante della barbarie di Putin sui prezzi di generi alimentari e dell'energia a livello mondiale». Il capo di governo britannico sottolinea che «l'inerzia occidentale» darà a Putin «carta bianca» solo per continuare ad attaccare. Il premier greco accoglie con favore questi sforzi come prova del sostegno della comunità internazionale al popolo ucraino e alle sue scelte.

Il dipartimento di Stato americano ribadisce l'impegno di Washington nei confronti dell'articolo 5 del Trattato istitutivo della Nato, in cui si afferma che un attacco a un membro dell'Alleanza è un attacco a tutti. «La Lituania è un membro della Nato e gli Usa sono al suo fianco. Il nostro sostegno è blindato» ribadisce il portavoce Ned Price.

Ma Mosca avverte l'Occidente di smettere di parlare dell'articolo 5.

«Vorrei mettere in guardia gli europei contro pericolosi giochi retorici sul tema del conflitto» risponde il viceministro degli Esteri, Serghei Ryabkov.

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