
Quindici giorni. Sono quelli trascorsi da Francis Kaufmann a villa Pamphili con la compagna Anastasia Trofimova, 28 anni, e la piccola Andromeda. Due settimane in cui i tre bivaccano nel parco urbano senza controlli. Dai riscontri della Procura, difatti, il cellulare del killer risulta agganciare le celle telefoniche della zona almeno fino al 4 giugno, quando la Trofimova è già cadavere e il cellulare viene spento.
Al mattino, dopo aver smontato l'accampamento fatto di coperte e cuscini, i tre si recano al mercato di san Silverio, su via Gregorio VII, scendendo per via Leone XIII, l'Olimpica, per lavarsi e fare colazione. Non li registrano solamente celle e tabulati, li incrociano diversi testimoni. Come Giuliana S., dipendente di Risorse per Roma, che li vede smontare una tenda da campeggio una mattina di maggio. Ane Cecile B., invece, mette a verbale che in più occasioni, passeggiando con il cane, scorge "un nucleo familiare - si legge sull'ordinanza di custodia cautelare contro Kaufmann/Ford - che palesemente pernottava in villa. Ciò dedotto dal fatto che avevano un materasso e delle coperte riposte sotto un cespuglio". All'una di notte del 7 giugno, poche ore prima del rinvenimento dei due cadaveri, Carola G., mentre transita con la sua auto all'incrocio tra via Leone XIII, che taglia in due villa Pamphili, e via Aurelia Antica, si imbatte in un uomo con in braccio una bambina dal vestitino a fiorellini rosa. L'uomo tiene in braccio la bimba in maniera scomposta, seduta sul suo avambraccio destro e con le gambine in avanti disallineate. Probabilmente Andromeda, a quel punto, è morta anche lei, strangolata. Joan I., assiduo frequentatore del parco, nota in più occasioni "una famiglia composta da un uomo, una donna e una bambina () la donna non l'ho mai fissata bene perché lui aveva una faccia poco raccomandabile". Insomma, per almeno due settimane sono in tanti a vederli. Possibile che in un parco pubblico, vigilato, nessun altro li abbia notati? Altro rebus. Dove hanno trascorso le settimane precedenti la metà di maggio? Un amico italiano riferisce di una telefonata ricevuta da Kaufmann il 5 giugno. Gli dice che la moglie l'ha lasciato e che starebbe cercando casa. Perché, visto che sei giorni dopo parte per Skiathos? Quello che non si spiegano gli inquirenti è il motivo per cui i tre vivevano come barboni quando avevano a disposizione denaro e tre carte di credito intestate ai vari alias. E non si spiegano nemmeno perché i dieci agenti intervenuti in almeno tre controlli, due il 20 maggio a via Giulia e uno il 5 giugno in piazza Cairoli, li abbiano lasciati andare nonostante la donna non avesse documenti per sé e la sua bambina. Una procedura a dir poco anomala, adesso al centro di un'inchiesta interna decisa dal capo della polizia.
In un'occasione Kaufmann avrebbe persino alzato i toni urlando di essere cittadino americano. Controlli accurati, in questura, avrebbero svelato non solo la vera identità dell'uomo ma avrebbero potuto salvare la vita ad Anastasia e alla figlioletta.