«Una maschera antigas messa sulla testa di una vittima che è stata coperta con uno straccio che bruciava e sepolta viva». Poco lontano, «una scatola di capsule dentali d'oro». L'ultima galleria degli orrori russi scorre sul terreno di un bosco a Pisky-Radkivski, villaggio nella regione di Kharkiv sulla riva destra del fiume Oskil. Una nuova «camera delle torture» è stata scoperta dalla polizia ucraina nella località da poco tornata sotto il controllo di Kiev dopo la ritirata delle truppe di Mosca. «Una mini Auschwitz. Quante altre se ne troveranno nell'Ucraina occupata?», ha denunciato il ministero della Difesa ucraino, pubblicando le due immagini, scattate dal capo del dipartimento investigativo dei servizi di sicurezza nell'oblast, Serhiy Bolvinov: un'inquietante riproposizione delle pratiche naziste nei confronti dei prigionieri nei campi di concentramento. In quella stanza, è l'accusa, i russi hanno tenuto i residenti in condizioni disumane. «I vicini sentivano costantemente urla provenire da lì. Gli investigatori hanno trovato una terribile camera di tortura nel villaggio. La polizia è ben consapevole delle torture», ha raccontato Bolvinov, denunciando che alcuni cittadini sono stati «sepolti vivi» in quel bosco.
«La polizia conosce i nomi delle vittime, le indagini sono in corso», ha spiegato su Twitter. Da quando la controffensiva nell'est del Paese ha ripreso la gran parte del Kharkiv, da cui i soldati russi sono fuggiti, luoghi di tortura sono stati rinvenuti in diversi centri «liberati».
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