«Nel sacco c'è del pesce». Freddo, sicuro di sé ma mai abbastanza. Dopo aver ammazzato a coltellate Michelle Maria Causo, 17 anni, O. D. S., trapper 17enne nato a Roma ma originario dello Sri Lanka, la chiude in una busta della spazzatura e la trascina per le scale, noncurante del via vai dei vicini al 25 di via Giuseppe Benedetto Dusmet, Primavalle. «Erano le 3 del pomeriggio, dovevo entrare nella palazzina. Il fagotto era a terra sul portone, lui stava spingendo il carrello della spesa. Quando mi ha vista all'improvviso, ha cominciato ad agitarsi. Voleva che ci passassi sopra, mi voleva aiutare a sollevare il passeggino con mio figlio dentro. Il sacco aveva i lembi strappati, si intravedevano dei vestiti. Sono salita e ho raccontato tutto al mio compagno che è arrivato mezz'ora dopo. Quando siamo scesi c'era già la polizia».
È un uomo a notare tracce di sangue sulle scale e lungo la strada, mentre un altro vede quel carrello infagottato di coperte che sgocciola. E allerta il 112. Gli agenti, seguendo la scia lasciata sull'asfalto, arrivano fino alla porta dell'assassino. Che quando apre, al secondo piano, ha ancora le scarpe sporche di sangue.
Interrogato tutta la notte e arrestato, il presunto killer della studentessa del liceo Vittorio Gassman di Torrevecchia. In attesa dell'interrogatorio di garanzia, lunedì, davanti al gip del Tribunale dei Minori e la convalida del fermo, il giovane è accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Quel corpo poi lasciato accanto ai cassonetti di via Stefano Borgia colmi di spazzatura, come se niente fosse, raccontano bene il profilo del baby assassino. Nel suo album su Spotify il pezzo «Sai che non mi fermo con niente». Sangue, soldi, abiti griffati, droga e le gang di spacciatori all'ombra del Colosseo. Questi i miti, stando a quanto «racconta» sui profili social il trapper seguito da oltre 13mila iscritti. «Se volete hashish e marijuana contattatemi» scrive noncurante della legge. La stessa sfidata mille volte assieme alle bande che scorrazzano a Trastevere, Campo de' Fiori, Ponte Milvio o in discoteca, al Qube. «Faceva danni» racconta un amico di Michelle. Una ex fidanzata ufficiale, Gaia, alla quale scriveva: «Io so di aver commesso sbagli, ma ti ho dato un amore che nessun altro ti poteva dare». Michelle, invece, faceva coppia fissa con un coetaneo del Casilino. Almeno fino al mese scorso quando i due si lasciano e la 17ennne va a vivere dal trapper nell'appartamento che divide con la madre, in via Dusmet. Michelle e il 17enne, però, non stanno insieme.
Mercoledì mattina, poche ore prima dell'omicidio, i due vanno dalla mamma di lei. «Signora stia tranquilla che io a sua figlia la tratto bene» le sue parole. Sono gli uomini della squadra mobile a ricostruire le ultime ore di vita di Michelle. Quando i due rientrano, nell'appartamento non c'è nessuno. La madre di lui è al lavoro. Non è chiaro perché, fatto sta che scoppia una lite, come fra due fidanzati. «Mia figlia l'ha respinto e lui l'ha ammazzata come un cane» ripete il papà di Michelle. Insomma, volano insulti, piatti e bicchieri. Lui afferra un coltello da cucina e la colpisce almeno sei volte. Lei cerca di difendersi, stando alle ferite sulle mani e sulle braccia. «Tutti colpi inferti con violenza e su organi vitali» il primo esame del medico legale.
L'arma, dalla lama insanguinata, viene sequestrata per stabilire se le tracce ematiche appartengono alla vittima e se le impronte sono del ragazzo. Ancora da conferire l'incarico per l'autopsia, mentre proseguono gli interrogatori di amici e parenti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.