Nuove frontiere

L'"intelligenza" che decifra le ricette dei medici

Buone notizie dall'India. Google ha elaborato un sistema che utilizzando l'intelligenza artificiale riesce a decifrare le ricette dei medici, scritte in grafia improbabile

L'"intelligenza" che decifra le ricette dei medici

Buone notizie dall'India. Google ha elaborato un sistema che utilizzando l'intelligenza artificiale riesce a decifrare le ricette dei medici, scritte in grafia improbabile. Standing ovation per questa «invenzione» che verrà accolta dal popolo dei farmacisti come la svolta del millennio. Il sistema, non ancora a disposizione degli utenti, prevede che il paziente, parente o affine in possesso del foglietto con le prescrizioni, debba fotografare il documento e quindi di usare una speciale applicazione che individuare ogni farmaco, medicinale e nota, messe giù in secondi due, dal medico di base o simile. Però.

Sì, c'è un però, sarà poi sempre l'umano a dover verificare che l'intelligenza artificiale abbia svolto effettivamente il lavoro sporco, perché potrebbe anche equivocare, chessò, scambiare un analgesico con un contraccettivo, un cerotto per il mal di mare con uno per smettere di fumare. In verità Google è arrivato con quattro anni di ritardo. Il nostro ministero della salute, nel dicembre del duemila e diciotto, aveva invitato tutto il personale medico, compresi farmacisti e infermieri, ad adottare un linguaggio comprensibile e dunque le ricette andavano scritte in stampatello, evitando sigle e codici vari. Risultava infatti che nel periodo dal 2004 al 2006 il 4,7% dei 643.151 errori nelle terapie era relativo alla lettura di dati, sigle, prescrizioni di impossibile decodifica. Le line guida ministeriali invitavano a usare i numeri arabi e non quelli romani, specificando la posologia e non limitandosi, secondo abitudini antiche, al classico secondo bisogno o un cucchiaino da caffé, se da the è meglio.

Addirittura entrò in campo l'European Society of Clinical Pharmacy con un glossario che indicava i termini standard. Quando si dice che un medico ha un pessimo carattere si allude alla sua grafia, non certo a capricci o roba del genere. Secondo una storiella mai smentita nemmeno dagli eredi, Giuseppe Verdi ammise che, dopo aver ricevuto un ricetta dal medico, la presentò a un capotreno come documento del pagamento del biglietto, così a teatro e anche al padrone di casa al momento di versare la rata di affitto.

Roba dell'altro secolo ma, nell'attesa che l'intelligenza artificiale di Google sia in vendita nei migliori empori, non escluderei l'uso dell'intelligenza umana e dunque lo sfruttamento della ricetta come insegnò l'illustre musicista di cui sopra.

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