L’Italia triste della trattativa toghe-politica

L’Italia triste della trattativa toghe-politica

L’ Italia che si specchia nelle intercettazioni della cupola del Csm non è diversa da quella delle intercettazioni mafiose; dall’Italia che stappa champagne quando arriva il terremoto e si fanno appalti in cartongesso, dall’Italia del comandante Schettino che scende un attimo mentre la sua nave affonda; dalle Italie del pizzo e dei pizzini; dall’Italia che inonda di spiccioli di cittadinanza gli evasori fiscali; dall’Italia che fa finta di non conoscere la verità dei misteri d’Italia; da quella che fattura in nero, ma anche in grisaglia, in canotta e in Tv pop; dall’Italia dei forconi che se non c’eravamo noi qui a mandare davvero tutto e tutte a put..., scoppiava la rivoluzione e dovreste ringraziarci; dall’Italia del processo penale obbligatorio così scegliamo noi chi mandare al rogo con l’avviso di garanzia («Quel procuratore me lo dovete togliere dai cog...», dice il plenipotenziario del Pd nel dopocena in cupola); dall’Italia delle altissime parole vanamente intimidatorie; dall’Italia che la libertà la conosce sulle lapidi; dall’Italia in cui ognuno si fa rigorosamente i caz... suoi specialmente se ha cuore gli interessi del popolo. Chi legge queste intercettazioni sul Csm, si confonde: ma questa non era la trattativa Stato-mafia? No: è la trattativa Stato-partito.

Quale partito? Boh: adesso non c’è più nessuno. Pausa pranzo. Si parli intanto rigorosamente d’altro, ma con fiero cipiglio. Viva l’Italia giudiziaria e così sia. Viva l’Italia taroccata e così via. (Infinito-continua)

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