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L'abbraccio dei siculo-leghisti "Matteo? È come Garibaldi"

I suoi tifosi sull'Isola ne fanno un eroe risorgimentale: "Lui è riuscito a fare gli italiani". Antagonisti in piazza

L'abbraccio dei siculo-leghisti "Matteo? È come Garibaldi"

Leghisti convinti? «Convintissimi siamo! Salvini è l'unico rivoluzionario in Italia, ci ha aperto nuovi orizzonti». Accento siciliano e spilla di Alberto da Giussano, alla «Pontida del Sud» la presenza più nutrita è quella dei leghisti siciliani. Molti sfoggiano mascherina brandizzata Lega Sicilia (e tricolore sull'alta guancia), sono i quadri del leghismo siculo, alcuni eletti nelle amministrazioni locali, altri già in pista per future elezioni. Del resto qui alle Europee 2019 la Lega ha preso quasi i 21%, all'Assemblea siciliana siedono due consiglieri leghisti. Il resto del lavoro lo ha fatto Stefano Candiani, senatore eletto a Varese e commissario leghista per la Sicilia, organizzatore della kermesse. Per tutti loro, i leghisti siciliani accorsi alla Nuova dogana, il segretario assurge a eroe risorgimentale: «Garibaldi ha unito l'Italia, Salvini ha unito gli italiani. Ci ha fatto capire la nostra identità di italiani dal nord al sud», sostiene Paolo La Bella, da Sciacca. Sulla magistratura si rispetta la consegna di non fare attacchi scomposti. Ma il concetto è chiaro: «I giudici devono esistere perché, se fanno bene il loro lavoro, sono una parte della democrazia. Ma è fuori da ogni logica che si processi un ministro che ha difeso i confini del nostro paese» dice uno di loro. Un collega è più dettagliato: «Nella magistratura c'è una massoneria buona, e una cattiva, deviata, che sta distruggendo credibilità della giustizia italiana». Un altro ripete il ritornello: «Processate anche me». Ma non lo scrive, non si sa mai: «Ma ce l'ho nel cuore eh...». Ad ascoltare il «confronto su problemi e soluzioni per il futuro del paese», il format che è stato messo a punto per dare l'immagine di un partito dal profilo istituzionale, si vedono sindacalisti dell'Ugl, simpatizzanti della Lega a vario titolo, giacche e cravatte e non il folklore leghista di Pontida, e poi tutti gli eletti del Carroccio al gran completo, da deputati e senatori agli eurodeputati in giù.

C'è anche Alberto Torreggiani, figlio del gioielliere ucciso dai Pac di Cesare Battisti, una delle battaglie di Salvini ministro dell'Interno, oltre a quella sulla disabilità che lo ha conciliato direttamente nella Lega. «È evidente che c'è stato un piano politico per far fuori Salvini», dice Torreggiani. Poi, la sera, tutti alla cena dei 500, con tavoli da otto, dove saranno presenti tutti i big della Lega, il segretario Salvini e i leghisti di vario grado.

Intorno, un esercito di forze dell'ordine, carabinieri, guardia di finanza e anche Marina militare (siamo al porto), a protezione dei leghisti dagli antagonisti riuniti per contestarli. La sera un'anticipazione con il flash mob dellefemministe bardate di foulard fucsia e argomentazioni confuse («manifestiamo contro la violenza delle donne, contro il fascismo e contro la Lega che è l'aspetto più deleterio del fascismo e della violenza» dice una di loro). Salvini ha già avuto un incontro con un gruppetto di agitati di Mai con Salvini, che lo hanno accolto ad Augusta con cori e striscioni («Ciao Matteo sono un terrone di merda»). Ma l'appuntamento clou dei contestatori, fiancheggiati dal Pd e da Leu, è quello di stamattina.

Il titolo della manifestazione è tutto un programma: «Chi semina vento raccoglie tempesta».

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