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Le lacrime dei compagni di classe: "Tutto assurdo, era un ragazzo geniale"

La scomparsa di Luca ha sconvolto il liceo Einstein di Milano. Il ricordo di amici e docenti: "Sempre solare, brillante e allegro"

Le lacrime dei compagni di classe: "Tutto assurdo, era un ragazzo geniale"

Nelle parole che usiamo ci sta il senso delle cose. E le prime parole che ieri mattina escono dalla direzione del liceo scientifico «Albert Einstein» di via Tito Livio sono una formalità doverosa che comunque sa di disperazione vera, qualcosa che azzera i punti di riferimento: «Siamo sconvolti, è una tragedia, una terribile tragedia» c'è scritto nella circolare diffusa dalla preside. Nella scuola alle 11.30 si tiene un minuto di silenzio in ricordo di Luca Marengoni, lo studente 14enne che da due mesi frequentava la prima D e che tre ore prima è stato investito dal tram mentre attraversava la strada a un centinaio di metri dalla scuola. Sul sito dell'istituto appare un messaggio: «Tutta la comunità scolastica del liceo Einstein si stringe commossa intorno alla famiglia di Luca».

I ragazzi piangono, in ogni angolo c'è qualcuno che si abbraccia, chi ha fratelli o sorelle che vanno a scuola in bici si allarma, partono messaggi e telefonate, gli insegnanti sembrano fantasmi che vagano e c'è già qualcuno che comincia a portare mazzi di fiori sia accanto alle rotaie sequestrate e isolate dalla polizia locale con il cordone sanitario sia davanti al portone delle scuole.

È lì che incontriamo i genitori che, saputo della tragedia, sono venuti a prendere prima i figli. «Sono ammutolita, quando la radio in macchina ha parlato del ragazzo investito ho girato l'auto (ero diretta in ufficio) e sono venuta qui» spiega terrea Stefania, mamma di Gilberto, che fa la seconda liceo. «La madre del ragazzo è vicino ai binari» dice il padre di un'altra studentessa, anche lui sconvolto, mentre guarda il tram fermo e la bici mutilata del ragazzo, simulacri di un destino che non si può cambiare.

Ad assistere alla tragedia c'era anche il padre di un'altra alunna, che stava accompagnando la figlia a scuola. È stato lui «a dare l'allarme» avvisando la coordinatrice della classe di Luca, portandosi via da quella scena di morte il compagno di pedalata del ragazzo, che quando si è voltato ha visto il suo amico sotto al tram. La professoressa, che all'Agi ieri ha chiesto di non fare il suo nome, è molto provata, ed è dovuta andare sul luogo dell'incidente. È stata dura «ma sono i nostri ragazzi», dice, e sentiva il dovere di farlo. Esclude che Luca possa non aver sentito arrivare il tram perché ascoltava musica: «Sia chiaro che non aveva le cuffiette, probabilmente ha girato per attraversare, senza guardare» in un tratto dove possono attraversare le auto, mentre per i pedoni le strisce sono qualche metro più avanti.

«Luca era brillante, simpatico, molto allegro e sorridente» sussurra Piero, un compagno di classe mentre esce dall'istituto in anticipo per raggiungere il padre che lo aspetta. «Puoi dire geniale» lo corregge severa una ragazzina bruna con il naso a ciliegia che tiene avvolto in un fazzoletto troppo grande e gli occhi arrossati, che appena vede la madre le si butta tra le braccia. «I nostri figli andavano a scuola insieme a Luca già dalle medie. Lo conoscevamo bene. Era uno splendido ragazzo, educatissimo. Molto bravo a scuola, preparato, qui sono tutti molto bravi, ma lui era eccellente» spiega la madre.

Altro non dicono, legano un fascio di rose bianche al cancello e abbracciano i loro figli che nel frattempo arrivano. Il carattere solare di Luca lo ricordano due compagni di classe Sofia e Camilla, lui «era estremamente allegro, sempre sorridente.

In classe siamo in 28, lui sedeva al primo banco, in prima fila».

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