Ci sono i racconti delle sue piccole-grandi trasgressioni di gioventù e delle loro conseguenze. Come quando i fratelli maggiori mostrano tutta la loro disapprovazione per le minigonne che indossa e che ancora oggi, a 66 anni, sono la cifra del suo look. Oppure come quando finì punita dalle suore, all'Ecole du Sacré-Coeur, per gli stivali rossi con cui si era presentata. Ci sono i drammi indelebili: la morte della sorella, incinta e madre di una bimba di cinque mesi, in un incidente d'auto, quando lei di anni ne aveva appena 6 (ultima di una famiglia di sei figli, dove la maggiore era ventenne quando lei veniva al mondo). E poi c'è l'ex marito, sposato a 21 anni, con cui ha avuto tre figli ma che ha lasciato per il giovane allievo ambizioso, oggi diventato presidente della Repubblica francese.
C'è questo e molto altro, compreso uno spaccato della Francia degli anni Sessanta, in Il venait d'avoir dix-sept ans (ed. JC Lattès), ritratto intimista firmato dalla giornalista del Journal du Dimanche e di Vanity Fair, Sylvie Bommel, su Brigitte Trogneux, oggi Brigitte Macron, première dame dal 2017. Il titolo della biografia ambientata, in uscita questa settimana in Francia e che in italiano suonerebbe come «Aveva appena compiuto 17 anni», è ovviamente riferito all'età del giovane Emmanuel quando Brigitte era una professoressa di liceo e s'innamorò del compagno di classe della figlia, che frequentava il laboratorio teatrale nella scuola cattolica dove lei stessa insegnava ad Amiens. «Avevo voglia di comprendere come una donna uscita dalla piccola borghesia di provincia, educata dalle suore, avesse avuto l'incredibile audacia di affrontare la sua famiglia e la morale popolare per vivere una seconda vita con un uomo di 24 anni più giovane» e fino ad allora non certo potente. Qualche risposta la si trova proprio nel ritratto dell'ex marito André Auzière, tracciato dalle testimonianze raccolte sul posto, in un viaggio che va da Amiens (dove Brigitte è nata), al Touquet (dove si è sposata), fino all'Alsazia (dove visse con il marito e incontrò lo studente Macron) a Parigi. L'ex marito Auzière è descritto da chi lo ha conosciuto come «un pezzo di pane», che «non metteva mai il muso quando con Emmanuel andavamo a casa per studiare con sua moglie», racconta uno degli ex allievi di Brigitte. «Discreto». «Taciturno». Fin troppo. Mentre lei era così frizzante. Ed è da qualche episodio qua e là che si può intuire perché la storia sia finita com'è finita, con le famiglie di Emmanuel e Brigitte che si oppongono alla relazione, la lunga distanza fra i due, infine il divorzio di lei e il matrimonio con Macron. L'ex marito «a cena, lasciava sempre parlare sua moglie, non le diceva mai una parola». «Inesistente» anche negli archivi del suo lavoro in banca. Un ritratto che spiegherebbe anche perché, del romanzo preferito della première dame, Madame Bovary, la frase che Brigitte ama citare spesso è: «La conversazione era piatta come un marciapiede», riferita dalla protagonista Emma a proposito del marito Charles, che non a caso tradisce. Eppure resta una cosa inspiegabile. O forse no, per la giornalista Bommel. La voglia di Brigitte di voler rifare tutto, nel suo secondo matrimonio con Emmanuel Macron, identico al primo.
Il «sì» pronunciato a 33 anni di distanza (la prima volta nel '74, la seconda nel 2007) nello stesso luogo, il Comune del Touquet, nella stessa sala in stile medievale inglese, dalla stessa persona (l'ex sindaco Léonce Deprez) con festa nell'identico Grand hotel della prima volta, seduta allo stesso tavolo. «Una vendetta per tutti gli anni in cui hanno dovuto nascondersi?», si chiede la giornalista.
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