Arrivano le immagini, le proteste e le tensioni, il giorno del referendum sangue e pugni, teste insanguinate di nonne con bambini al seguito. Quello che non aveva fatto l'attentato jihadista del 17 agosto a Barcellona, lo sta facendo il referendum: far scappare i turisti. È la paura amplificata che arriva fino ai viaggiatori, quelli che avevano programmato una vacanza tranquilla a visitare una delle città più belle del mondo. E la città della Sagrada Familia è una delle mete turistiche più frequentate al mondo. A gennaio il ministro del turismo spagnolo ha dichiarato che nel 2016 la Catalogna ha accolto 17 milioni di visitatori in una regione in cui risiedono stabilmente 7,5 milioni di persone.
Ma Barcellona adesso fa paura e allora meglio aspettare un attimo, pensarci e ragionarci su. Forse meglio addirittura cancellare tutto e rimandare. A tempi migliori, a momenti più tranquilli, dove la Guardia Civil e i Mossos d'Esquadra non sono in assetto da guerra. Ora l'allarme arriva direttamente dalla Confederazione spagnola di Hotel che ha confermato che la tensione scatenata dal referendum ha portato moltissimi turisti a cancellare le prenotazioni. Una fuga che viene notata anche da chi affitta appartamenti. «Le prenotazioni sono diminuite e molto», ha detto il presidente della federazione turistica della Catalogna, Lluis Torrent. «I numeri peggiori si registrano per Barcellona, per il momento la costa catalana regge», ha spiegato, anche se «ci sono gruppi di anziani che avevano in programma un viaggio nella regione e per il momento hanno posticipato». Il turismo della terza età è quello che pare più spaventato di tutti.
Ed è anche quello che in questo periodo dell'anno pesa di più sull'economia della regione intera. Introiti che fanno bene all'economia, gli hotel, gli appartamenti e tutto l'indotto che porta il turismo. E guai a fare senza.
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