Onorevole Renato Brunetta, presidente dei deputati di Fi, le amministrative hanno segnato il ritorno del centrodestra.
«È una grande soddisfazione perché il centrodestra unito di fatto ha vinto, è stato competitivo, ha strappato città alla sinistra e dove va al ballottaggio è quasi sempre in vantaggio. Questo al Nord, al Centro e al Sud. Il centrodestra è in ottima salute e tutto ciò rappresenta una validazione del modello che le forze politiche hanno scelto in previsione della campagna elettorale: schierarsi sempre e comunque insieme».
Anche Forza Italia è in salute.
«Dalla prima analisi si evidenzia come Forza Italia sia il primo partito del centrodestra, calcolando i voti al netto delle liste civiche, ponendosi significativamente come partito nazionale, come forza perno e trainante della nostra area. La Lega si mostra forte, soprattutto al Nord, e un buonissimo risultato lo ha ottenuto Fdi. Quindi abbiamo un quadrifoglio vincente con tre petali rappresentati dai partiti storici dell'alleanza e il quarto dalle civiche».
Come commenta il risultato di Genova?
«Prosegue il trend che due anni fa ha portato Toti alla guida della Regione Liguria e, come ho detto durante un comizio, si respira un'aria ancor migliore, perché Bucci sta ottenendo un ottimo risultato contro un candidato del centrosinistra unito e non diviso come accaduto a Toti. Vuol dire che il governatore ha lavorato bene e che la coalizione del centrodestra è capace di governare. Poi incrociamo le dita e speriamo che vada a finire bene, però già questo è risultato straordinario».
E il rapporto con la Lega Nord?
«Le frizioni locali sono state superate facilmente. A livello nazionale c'è di mezzo la legge elettorale. Ho sempre detto che il centrodestra unito deve intanto offrire un programma liberale, concreto e credibile, e una carta dei valori al proprio elettorato che è maggioranza nel Paese. Berlusconi ha ribadito più volte che il programma è concordato al 95%: dalle tasse all'immigrazione, dal lavoro alla politica estera».
Cosa manca?
«Una sintesi sull'Europa. Salvini ha assunto posizioni legittime, ma estreme. Non siamo di questo avviso perché pensiamo debba cambiare, ma non vogliamo buttare il bambino con l'acqua sporca. Servono ricette moderate e responsabili».
Il problema è la legge elettorale?
«Noi siamo pronti con qualsiasi legge elettorale, ma pensiamo che la migliore sia il modello tedesco perché unisce rappresentanza e governabilità. Il quadrifoglio, raggiungendo il 33-35% dei voti, sarebbe la prima area politica e potrebbe avere più del 41-42% dei seggi ed essere la prima forza in Parlamento».
E la lista unica?
«Non ci sono ancora le condizioni per la lista unica, ma ci si può arrivare, per gradi, con il modello tedesco. Le prossime elezioni possono rappresentare la fase di passaggio che sancisca la forza del quadrifoglio: una condizione che preluda a un nuovo soggetto politico. Potrebbe essere soddisfacente per tutti, sia per chi come Toti vuole subito il listone sia per chi preferisce un cammino più graduale e non condizionato dalla legge elettorale».
Secondo quali
modalità?«Prima scriviamo il programma e la carta dei valori, poi governiamo, perché ci sono le condizioni per vincere le elezioni, e infine utilizziamo tutte le energie per costruire il partito del centrodestra unito».
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