Afghanistan in fiamme

L'alto commissario e il sonno europeo

Il signor Josep Borrell, spagnolo, è nientemeno che l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea, funzione e ruolo che abbiamo cercato di capire leggendo la sua intervista a Federico Fubini, ieri sul Corriere della Sera

L'alto commissario e il sonno europeo

Il signor Josep Borrell, spagnolo, è nientemeno che l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea, funzione e ruolo che abbiamo cercato di capire leggendo la sua intervista a Federico Fubini, ieri sul Corriere della Sera. Avevamo da tempo capito che queste figure dai nomi altisonanti e scarsamente significanti del firmamento amministrativo europeo hanno una statura corta e tutt'altro che Alta, se ci si concede il gioco di parole. E questo è uno dei problemi che l'Europa dovrà affrontare man mano se, come parecchi indizi fanno sperare, la lezione amarissima del ritiro americano dall'Afghanistan dovesse avere come conseguenza un ripensamento sia sulla politica estera dell'Unione, che sulla politica della Difesa: ovvero se si debba finalmente fare e far funzionare una forza armata europea capace di esistere e operare senza la presenza americana o della Nato. Una faccenda amara e complessa. Ma per la quale è difficile intravedere una qualche funzione di tale Alto rappresentante, che peraltro esprime idee vaghe e anche confuse dal momento che attribuisce a Biden quel che è di Trump, l'aver stabilito una politica di ritiro totale, mentre rilutta ad attribuire a Biden quel che è proprio di Biden. E cioè aver guidato in una maniera sciaguratamente maldestra il ritiro con tutte le conseguenze che abbiamo e avremo sotto gli occhi, lasciando proprio gli alleati europei a leccarsi ferite di ordine morale oltre che politico e militare. Ci si sarebbe aspettati da una figura che ricopre una così «Alta» carica, se non un programma dettagliato, almeno una «vision», uno straccio di sogno comune che impegni in qualche modo il futuro. E invece purtroppo anche questo ritratto di una politica inesistente mostra la rappresentazione del vuoto benché verboso. Apprendiamo da questo Alto commissario ciò che già sapevamo ma con molte reticenze sull'encomiabile comportamento di chi ha aiutato in Afghanistan milioni di bambine, peccato che «la costruzione di uno Stato moderno non ha avuto tempo di mettere radici profonde». Che peccato, che novità. E come mai? Tutte le risposte sono prevedibili e generiche tipo quella temeraria secondo cui dovremmo nientemeno che «rafforzare l'idea dell'autonomia strategica» che potrebbe metterci «in grado di muoverci anche da soli rafforzando le nostre capacità e la Nato». Parole tutte talmente alte da non consentire la visione della loro traiettoria finale. Per carità, nessuna intenzione di mettere in berlina il signor Josep Borrell che probabilmente ce la sta mettendo tutta.

Ma a che cosa dovrebbe servire un tale Alto responsabile se non è alto né responsabile? Non ha senso: una persona, comunque si chiami, che ricopre una carica definita «alta» capace soltanto di belare considerazioni nobilmente innocue, è non solo inutile, ma in qualche modo dannosa perché è parte integrante di un equivoco, fatto di reticenze, banalità e di sostanziale mancanza di coraggio, quella che ha impedito ai governi europei di avere una politica estera comune una forza militare in grado di sostenerla.

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