Roma - Nel giorno della repentina accelerazione del premier Giuseppe Conte sulle dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri, il M5s continua ad alzare il livello di scontro anche sulla questione del ripristino delle Province, norma che sarebbe contenuta nelle Linee guida per la riforma degli Enti Locali, con tanto di ritorno dell'elezione diretta del Presidente e del Consiglio provinciale. L'attacco concentrico dei grillini sembra orchestrato ad arte per aumentare la pressione sull'alleato. Poche ore prima della dichiarazione di Conte su Siri, è il vicepremier pentastellato ad alzare l'asticella dei virgolettati polemici.
Durante la presentazione del programma del Movimento per le elezioni europee, Di Maio ha lasciato da parte ogni tipo di cortesia nei confronti dei partner del Carroccio: «Le province sono uno spreco ed è inutile ammalarsi di amarcord pensando di farle tornare - ha detto il capo politico da Roma - chi vuole le province deve trovarsi un altro alleato. Per il M5s le province si aboliscono, non si ripristinano». In un passaggio, Di Maio ha anche ricordato che i Cinque Stelle alle elezioni provinciali «nemmeno si sono mai presentati».
Inutile dire che il tema, per il M5s, è di quelli «sensibili». E riguarda una delle battaglie su cui i pentastellati puntano maggiormente, anche in questa campagna elettorale. Accantonati dal programma i proclami euroscettici, restano invece in primo piano le politiche anti casta, con la soppressione della sede dell'Europarlamento di Strasburgo e il taglio degli stipendi dei commissari e dei parlamentari europei.
A Di Maio sulle province ha
risposto Giulia Bongiorno, ministro leghista della Pubblica Amministrazione. Intervistata da Sky Tg24, l'esponente del Carroccio ha spiegato: «Sulle province bisogna fare una scelta: ridare fiato o eliminarle del tutto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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